sofiafresia

09/10/2020 Un tuffo nell'arte: articolo su giuseppegentablog.com

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Un sentito ringraziamento al giornalista Giuseppe Genta per il bellissimo articolo digitale sulla mia attività artistica.


Sofia Fresia è nata a Genova nel 1992 e vive tra Torino e la Valbormida dove vivono i suoi genitori
Dal 2015 studia pittura all’Accademia Albertina di Torino e attualmente frequenta l’ultimo anno del biennio specialistico della Scuola di Pittura
Nel 2014 ha ottenuto la laurea in infermieristica e nel 2018 quella di I livello con la tesi “Deriva e naufragio. L’arte del naufragio come ricerca di salvezza” che affronta il tema del fallimento e della mancanza di riferimenti stabili per i giovani attraverso immagini provenienti dal mondo del nuoto agonistico e delle piscine ricreative
Si è avvicinata all’arte per la prima volta grazie alla visita della mostra “Gli impressionisti e la neve” (2005), da cui ha tratto un enorme interesse verso la pittura figurativa e di paesaggio
Non avendo avuto la possibilità di frequentare il liceo artistico, ha coltivato la sua passione da autodidatta finché la pittura non si è rivelata cruciale nell’affrontare un lungo ricovero ospedaliero
Dipingere ha riacceso in lei una scintilla di interesse per la vita e l’ha aiutata a trovare la forza per liberarsi dai suoi fantasmi
Agonista di nuoto per salvamento e accompagnatrice di media montagna, si interessa alle tematiche sociali e ambientali cui contribuisce anche con il volontariato
Ha sempre con se i suoi due taccuini che utilizza prevalentemente in montagna d’estate o nel corso di qualche viaggio (particolarmente utili durante le traversate di più giorni in montagna, sia per tenere memoria delle singole giornate come una sorta di diario di bordo visivo, sia per riempire le lunghe attese in rifugio al termine di ogni tappa)
I suoi primi lavori erano a carattere fortemente figurativo e connessi agli aspetti che più sentiva legati alla sua rinascita, come la montagna e il nuoto; usava la pittura per parlare di se a se stessa, come a dire “eccomi, sono qui e sono diventata questa persona”
In seguito ha iniziato a usare la pittura per parlare di se agli altri e questa è stata una rivoluzione perché si è resa conto che la comunicazione attraverso i dipinti era più incisiva di quella a parole, e le permetteva di affrontare problemi sui quali non avrebbe mai osato intavolare un discorso
Tra tutti i lavori quelli che sente al momento più “suoi” sono i dipinti a olio della serie Pools, nei quali pensa di essere riuscita a trovare la giusta via di mezzo tra il messaggio da veicolare e l’attrazione personale innata per la pittura di stampo accademico che ad oggi viene spesso vista più come un vincolo anacronistico che come un’abilità
Piscine vuote, edifici e oggetti abbandonati, porte che si spalancano su mondi e tempi inaccessibili: nella sua ricerca l’artista utilizza alcuni soggetti ricorrenti nella propria esperienza di vita ricombinandoli in lavori di matrice surrealista che affrontano prevalentemente temi di carattere sociale



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