sofiafresia

Pools

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Pools è la mia serie principale, su cui lavoro dal 2017. Attraverso immagini provenienti dal mondo del nuoto provo a dare una lettura personale della contemporaneità e delle nuove difficoltà che comporta il farne parte, con un riguardo particolare per l’ambiente e il disagio giovanile. Il primo nucleo di opere è nato in seguito al progetto di tesi triennale costruito intorno alla metafora visiva del naufragio come deriva dell'esistenza.

La serie Pools presenta un corpus principale di opere e due collezioni minori, White Pools (2020) e Black Pools (2021- in corso), la prima nata in seguito al lockdown del 2020, la seconda più apertamente focalizzata sull’emergenza ambientale.

Ogni dipinto ha una storia da raccontare, per scoprirla apri le schede delle singole opere.


moreDeriva_e_naufragio._L_arte_del_naufragio_come_ricerca_di_salvezza..pdf (5.59 MB)

[labelTo=ITA021] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG021] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA021]Buone vacanze (2024), olio su tela, 100x120 cm

Una cartolina dalla villeggiatura, come si usava un tempo: la spiaggia è affollata di bagnanti, il sole accecante si riflette sulla baia dalle acque fresche e cristalline. Ma dietro la pineta costiera non figura l’entroterra estivo: picchi innevati si stagliano su un cielo dai bagliori rossastri. L’umanità si è sentita padrona del mondo, cercando di piegare la natura ed il clima al proprio volere, volendo godere di tutto nel medesimo istante, senza disagi, senza fatica, comodamente seduta sulla propria  sedia a sdraio. Le stagioni sfumano l’una nell’altra perdendo i propri contorni, i confini tra ciò che è lecito pretendere dalla Natura e ciò che non lo è sono sempre più incerti - e chissà se le generazioni future potranno ancora inviarla, quella cartolina. 

Pools
[/labelBlock][labelHide=ENG021]Have a good holiday time (2024), oil on canvas, 100x120 cm

A postcard from the holiday, that we were used to send as souvenir: the beach is crowded with people, the sun reflects on the water of the bay.  But behind the coastal pine forest the summer hinterland does not appear: snow-capped peaks stand out against a sky with reddish glows. The human being feel in control of the world, searching to bend nature and the climate to one's will, wanting to enjoy everything at the same time, without inconvenience, without effort, comfortably seated on a deck chair. The seasons fade one into the other, losing its contours,boundaries between what is legitimate to expect from Nature and  what isn't are increasingly uncertain - and who knows if future generations can still send it, that postcard.

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Buone vacanze (2024), olio su tela, 100x120 cm

Una cartolina dalla villeggiatura, come si usava un tempo: la spiaggia è affollata di bagnanti, il sole accecante si riflette sulla baia dalle acque fresche e cristalline. Ma dietro la pineta costiera non figura l’entroterra estivo: picchi innevati si stagliano su un cielo dai bagliori rossastri. L’umanità si è sentita padrona del mondo, cercando di piegare la natura ed il clima al proprio volere, volendo godere di tutto nel medesimo istante, senza disagi, senza fatica, comodamente seduta sulla propria sedia a sdraio. Le stagioni sfumano l’una nell’altra perdendo i propri contorni, i confini tra ciò che è lecito pretendere dalla Natura e ciò che non lo è sono sempre più incerti - e chissà se le generazioni future potranno ancora inviarla, quella cartolina.

Pools
[labelTo=ITA020] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG020] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA020]La vertigine della possibilità (2024), olio su tela, 147x77 cm

Le tante strade possibili, il timore del fallimento, l’aspettativa verso il futuro che esalta e terrorizza al tempo stesso. L’età porta un naturale assottigliamento delle opportunità che la vita ci pone davanti: si imbocca una strada, e altre porte si chiudono. Ma c’è un momento in cui tutto in potenza pare possibile, un attimo esaltante e terribile, del quale spesso ci si rende conto soltanto quando ormai non è altro che un ricordo.

Pools
[/labelBlock][labelHide=ENG020]The vertigo of becoming (2024), oil on canvas, 147x77 cm

The many possible paths, the fear of failure, the expectation towards the future that exalts and terrifies at the same time. Age brings a natural lowering of the opportunities that life presents us: you take a road, and other doors close. But there is a moment when everything seems possible, an exhilarating and terrible moment, which we often recognize only when it is passed away, nothing more than a memory.

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La vertigine della possibilità (2024), olio su tela, 147x77 cm

Le tante strade possibili, il timore del fallimento, l’aspettativa verso il futuro che esalta e terrorizza al tempo stesso. L’età porta un naturale assottigliamento delle opportunità che la vita ci pone davanti: si imbocca una strada, e altre porte si chiudono. Ma c’è un momento in cui tutto in potenza pare possibile, un attimo esaltante e terribile, del quale spesso ci si rende conto soltanto quando ormai non è altro che un ricordo.

Pools
[labelTo=ITA019] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG019] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA019]Night Dream (2024), olio su tela di iuta, 132x105 cm

L’opera porta avanti una riflessione sul senso di appartenenza che trascende il luogo ed è invece legato ad una più intima conoscenza di sé e della propria identità in quanto individuo unico e irripetibile, con la sua storia e i suoi ricordi. Il contesto indefinito su cui si staglia la figura richiama la dimensione del sogno e dell’interiorità, un viaggio dentro di sé alla ricerca della nostra essenza più profonda in cui è racchiuso quel nucleo che ci fa sentire a casa, tra cose conosciute, anche quando il mondo che ci circonda viene stravolto e non lo riconosciamo più.

La nuotatrice raffigurata è un autoritratto e questa scelta deriva della vicinanza che percepisco in prima persona tra la mia esperienza e le riflessioni sul concetto del sentirsi/non sentirsi a casa: con un’esistenza suddivisa tra ‘case’ diverse, luoghi lontani tra loro chilometri e chilometri, fatico a rispondere alla semplice domanda ‘Dove abiti’ ma non per questo sento di avere perso le mie radici e il mio centro: questi anzi si sono fatti via via più forti e radicati in me tanto più mi allontanavo dal luogo che da bambina chiamavo casa acquisendo consapevolezza della mia identità come persona, dei miei valori e delle mie debolezze. Con il dinamismo e la connessione che caratterizzano la nostra epoca, la mia esperienza è nel suo piccolo l’espressione di un sentire comune a tanti - indicativo di un tempo in cui l’appartenenza è data maggiormente dall’identità e dalle scelte personali che dai confini geografici.

Pools
[/labelBlock][labelHide=ENG019]Night Dream (2024), oil on jute canvas, 132x105 cm

The painting carries forward a reflection on the sense of belonging that transcends the place and is instead linked to a more intimate knowledge of oneself and one's identity as a unique and unrepeatable individual, with his/her history and his/her memories. The indefinite context in which the figure stands out recalls the dimension of dreams and interiority, a journey within ourselves in search of our deepest essence which contains that nucleus that makes us feel at home, among known things, even when the world around us is turned upside down and we no longer recognize it.

The swimmer is a self-portrait and this choice derives from the closeness that I perceive between my experience and the reflections on the concept of feeling/not feeling at home: with an existence divided between different 'houses', places located kilometers away from each other, I struggle to answer the simple question 'Where do you live' but this does not mean I feel I have lost my origins and my centre: on the contrary, these gradually became stronger and more rooted in me the more I moved away from the place I called home as a child, becoming aware of my identity as a person, my values and my weaknesses. With the dynamism and connection that characterize our time, my experience is - in its small way - the expression of a feeling common to many other people, and it is indicative of a time in which belonging is given more by identity and personal choices than by geographical boundaries.

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Night Dream (2024), olio su tela di iuta, 132x105 cm

L’opera porta avanti una riflessione sul senso di appartenenza che trascende il luogo ed è invece legato ad una più intima conoscenza di sé e della propria identità in quanto individuo unico e irripetibile, con la sua storia e i suoi ricordi. Il contesto indefinito su cui si staglia la figura richiama la dimensione del sogno e dell’interiorità, un viaggio dentro di sé alla ricerca della nostra essenza più profonda in cui è racchiuso quel nucleo che ci fa sentire a casa, tra cose conosciute, anche quando il mondo che ci circonda viene stravolto e non lo riconosciamo più.

La nuotatrice raffigurata è un autoritratto e questa scelta deriva della vicinanza che percepisco in prima persona tra la mia esperienza e le riflessioni sul concetto del sentirsi/non sentirsi a casa: con un’esistenza suddivisa tra ‘case’ diverse, luoghi lontani tra loro chilometri e chilometri, fatico a rispondere alla semplice domanda ‘Dove abiti’ ma non per questo sento di avere perso le mie radici e il mio centro: questi anzi si sono fatti via via più forti e radicati in me tanto più mi allontanavo dal luogo che da bambina chiamavo casa acquisendo consapevolezza della mia identità come persona, dei miei valori e delle mie debolezze. Con il dinamismo e la connessione che caratterizzano la nostra epoca, la mia esperienza è nel suo piccolo l’espressione di un sentire comune a tanti - indicativo di un tempo in cui l’appartenenza è data maggiormente dall’identità e dalle scelte personali che dai confini geografici.


Pools
[labelTo=ITA018] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG018] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA018]Notte d'inverno (2023), olio su tela di iuta, 100x100 cm

L’opera è stata concepita per dare forma alla sensazione di serena trepidazione per il ritorno dell’inverno che mi porta a vivere in una sorta di sospensione tra realtà, fantasia, memoria, e fiduciosa aspettativa nei riguardi del futuro.
Niente temi impegnati per una volta, dopo un anno di intense attività ho sentito il bisogno di rivolgere lo sguardo dentro me stessa e dare spazio al sogno, ai ricordi dorati di tanti inverni lontani e alla semplice voglia di dipingere qualcosa che parlasse di me e potesse restare a suggello di questo splendido 2023.

Black Pools
Collezione privata (CHE)[/labelBlock][labelHide=ENG018]Winter Night (2023), oil on jute canvas, 100x100 cm

The painting was born from the desire to represent a state of suspension between reality, fantasy, memories and confident expectation towards the future. This feeling is strictly connected to the magic of winter atmospheres and to my personal need to return at myself as a child, giving space to the dream and to the golden memories of many winters far away in the past.

Black Pools
Private collection (CHE)[/labelHide]
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Notte d'inverno (2023), olio su tela di iuta, 100x100 cm

L’opera è stata concepita per dare forma alla sensazione di serena trepidazione per il ritorno dell’inverno che mi porta a vivere in una sorta di sospensione tra realtà, fantasia, memoria, e fiduciosa aspettativa nei riguardi del futuro.
Niente temi impegnati per una volta, dopo un anno di intense attività ho sentito il bisogno di rivolgere lo sguardo dentro me stessa e dare spazio al sogno, ai ricordi dorati di tanti inverni lontani e alla semplice voglia di dipingere qualcosa che parlasse di me e potesse restare a suggello di questo splendido 2023.


Black Pools
Collezione privata (CHE)
[labelTo=ITA017] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG017] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA017]Li Cossi (2023), olio su tela, 69x83 cm

Li Cossi è il nome di una suggestiva spiaggia incastonata tra il verde della macchia mediterranea e le rocce rosse della Gallura nel nord della Sardegna, un luogo che ho visitato durante un viaggio nell’estate del 2020. Nell’opera è trasfigurata, circondata dal buio e sovrastata da un imponente simulacro plastico di barriera corallina.

Questo lavoro riunisce l’esperienza di Marine Litter Art che feci nel 2021 con l'associazione per la tutela ambientale Marevivo Sicilia ai ricordi di quel viaggio che per me hanno ormai assunto una connotazione dolceamara, alterati da tutto quello che è venuto dopo e divenuti anch’essi quasi un simulacro di ciò in cui credevo un tempo.

L’opera parte quindi dallo spunto autobiografico, dal deterioramento di ricordi, speranze e sogni, per arrivare però ad abbracciare il tema dell’ecosistema marino, dello sfruttamento delle coste e dell’inquinamento ambientale che in estate col turismo di massa subisce spesso un’impennata drastica.

Black Pools[/labelBlock][labelHide=ENG017]Li Cossi (2023), oil on canvas, 69x83 cm

Li Cossi is the name of a suggestive beach nestled between the greenery of the Mediterranean scrub and the red rocks of Gallura in northern Sardinia, a place I visited during a trip in the summer of 2020. In the painting it is transfigured, surrounded by darkness and dominated by an imposing plastic simulacrum of a coral reef.

This artwork brings together the Marine Litter Art experience I had in 2021 in Sicily with the memories of that trip which for me have now taken on a bittersweet connotation, altered by everything that came after and also become almost a simulacrum of what I once believed.

The painting therefore starts from the autobiographical starting point but ends up embracing the theme of the marine ecosystem, the exploitation of the coasts and environmental pollution which often undergoes a drastic surge in summer with mass tourism.

Black Pools[/labelHide]
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Li Cossi (2023), olio su tela, 69x83 cm

Li Cossi è il nome di una suggestiva spiaggia incastonata tra il verde della macchia mediterranea e le rocce rosse della Gallura nel nord della Sardegna, un luogo che ho visitato durante un viaggio nell’estate del 2020. Nell’opera è trasfigurata, circondata dal buio e sovrastata da un imponente simulacro plastico di barriera corallina.

Questo lavoro riunisce l’esperienza di Marine Litter Art che feci nel 2021 con l'associazione per la tutela ambientale Marevivo Sicilia ai ricordi di quel viaggio che per me hanno ormai assunto una connotazione dolceamara, alterati da tutto quello che è venuto dopo e divenuti anch’essi quasi un simulacro di ciò in cui credevo un tempo.

L’opera parte quindi dallo spunto autobiografico, dal deterioramento di ricordi, speranze e sogni, per arrivare però ad abbracciare il tema dell’ecosistema marino, dello sfruttamento delle coste e dell’inquinamento ambientale che in estate col turismo di massa subisce spesso un’impennata drastica.


Black Pools
[labelTo=ITA016] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG016] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA016]Have fun (2023), olio su tela, 130x100 cm

L’opera riprende la riflessione iniziata lo scorso anno con l’opera Dreamers Pool sul rapporto tra le attività ricreative e lo sfruttamento delle risorse naturali. La montagna e le piste da sci sullo sfondo sono liberamente ispirate al versante nord est del monte Mondolè nelle Alpi Marittime, sulle cui pendici sorge il comprensorio sciistico dove ho trascorso gran parte degli inverni della mia infanzia e adolescenza.

Pools[/labelBlock][labelHide=ENG016]Have fun (2023), oil on canvas, 130x100 cm

The painting is part of a project focused on the relationship between recreational activities and the exploitation of environmental resources. Last year I realized a first painting on this subject, titled Dreamers Pool. The mountain and ski slopes in the background are inspired by the ski area in the maritime alps where I skied as a child.

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Have fun (2023), olio su tela, 130x100 cm

L’opera riprende la riflessione iniziata lo scorso anno con l’opera Dreamers Pool sul rapporto tra le attività ricreative e lo sfruttamento delle risorse naturali. La montagna e le piste da sci sullo sfondo sono liberamente ispirate al versante nord est del monte Mondolè nelle Alpi Marittime, sulle cui pendici sorge il comprensorio sciistico dove ho trascorso gran parte degli inverni della mia infanzia e adolescenza.

Pools
[labelTo=ITA015] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG015] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA015]Acefalia (2023), olio su tela, 140x100 cm

Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Climate Dynamics ha pronosticato la totale scomparsa di tutti i ghiacciai attualmente localizzati al di sotto dei 3500m di quota sulle Alpi entro i prossimi 20-30 anni. L’estate 2022 poi è stata per i ghiacciai alpini la più rovinosa da secoli, e ha avuto un costo in termini di salvaguardia della biodiversità - ma anche di vite umane - elevatissimo. 

Eventi legati a calamità naturali generate dal cambiamento climatico possono talora assurgere a fenomeni mediatici, portando al sollevamento e all’indignazione generali, ma tutto viene dimenticato in pochissimo tempo per passare ad altro. La velocità del contemporaneo è tale che sembra impedire alle persone di soffermarsi sulle cose - positive o negative che siano - ma soprattutto su quei problemi di tipo ‘potenziale’ quali sono molti di quelli che riguardano l’ambiente. L’impressione è che la mente sia sopraffatta, e ubriaca di input, impedisse qualsiasi forma di reazione collettiva efficace. 

L’opera vuole dare una forma a questa assenza di reattività in risposta ai segnali d’allarme più o meno evidenti che giungono dal nostro pianeta, per questo ho scelto di rappresentare una figura acefala, estranea al contesto su cui si staglia ma inconsapevolmente connessa alla sua rovina. Il paesaggio sullo sfondo è liberamente ispirato al ghiacciaio dolomitico del Travignolo così come ebbi modo di osservarlo nell’agosto del 2019: oggi, a pochi anni distanza, non ne rimane quasi più traccia.

Pools[/labelBlock][labelHide=ENG015]Acefalia (2023), oil on canvas, 140x100 cm

A recent research published in the international scientific journal Climate Dynamics has predicted the total disappearance of all glaciers currently located below 3500m in the Alps within the next 20-30 years. Summer 2022 was then the most disastrous for the Alpine glaciers for centuries, and it had a very high cost in terms of safeguarding biodiversity and human lives.

Events related to natural disasters generated by climate change can sometimes rise to media phenomena, leading to general uproar and indignation, but everything is forgotten in a very short time to move on to something else. The speed of contemporary life is such that it seems to prevent people from dwelling on things - positive or negative - but above all on those 'potential' problems such as many of those that concern the environment. The impression is that the mind is overwhelmed, and drunk with inputs, prevents any form of effective collective reaction.

The painting wants to give a form to this absence of reactivity in response to the alarm signals that come from our planet, for this reason I have chosen to represent a headless figure, extraneous to the context in which it stands out but unknowingly connected to its downfall. The landscape in the background is freely inspired by the Travignolo glacier, as I was able to observe it in August 2019: today, a few years later, it has almost completely disappeared.


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Acefalia (2023), olio su tela, 140x100 cm

Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Climate Dynamics ha pronosticato la totale scomparsa di tutti i ghiacciai attualmente localizzati al di sotto dei 3500m di quota sulle Alpi entro i prossimi 20-30 anni. L’estate 2022 poi è stata per i ghiacciai alpini la più rovinosa da secoli, e ha avuto un costo in termini di salvaguardia della biodiversità - ma anche di vite umane - elevatissimo.

Eventi legati a calamità naturali generate dal cambiamento climatico possono talora assurgere a fenomeni mediatici, portando al sollevamento e all’indignazione generali, ma tutto viene dimenticato in pochissimo tempo per passare ad altro. La velocità del contemporaneo è tale che sembra impedire alle persone di soffermarsi sulle cose - positive o negative che siano - ma soprattutto su quei problemi di tipo ‘potenziale’ quali sono molti di quelli che riguardano l’ambiente. L’impressione è che la mente sia sopraffatta, e ubriaca di input, impedisse qualsiasi forma di reazione collettiva efficace.

L’opera vuole dare una forma a questa assenza di reattività in risposta ai segnali d’allarme più o meno evidenti che giungono dal nostro pianeta, per questo ho scelto di rappresentare una figura acefala, estranea al contesto su cui si staglia ma inconsapevolmente connessa alla sua rovina. Il paesaggio sullo sfondo è liberamente ispirato al ghiacciaio dolomitico del Travignolo così come ebbi modo di osservarlo nell’agosto del 2019: oggi, a pochi anni distanza, non ne rimane quasi più traccia.


Pools
[labelTo=ITA016] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG016] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA016]Genesi del ricordo (2023), olio su tela, 80x60 cm

L’opera si concentra sulla dimensione soggettiva dello scorrere del tempo, sulla « forma » che l’essere umano prova a dare al suo fluire costante in rapporto alla propria esperienza di vita. Il ricordo è il mattoncino che inanellato ad altri ricordi crea la trama di quello che è il tempo soggettivo, ma il ricordo è esso stesso effimero e mutevole come una bolla di sapone; e come una bolla può agire in maniera non diversa da una lente, che ingrandisce, deforma, plasma ciò che si vede attraverso.

Ho voluto inserire alcuni elementi che richiamano diversi aspetti dello scorrere del tempo, come la sua ciclicità - esaltata dal ciclo della natura - e la sua ineluttabilità, il suo andare avanti nonostante tutto e senza poter tornare indietro, come quando si decide di lasciare la presa alla partenza di un acquascivolo e si è costretti a seguire il percorso fino alla fine, senza la possibilità di tornare sui propri passi. La scena è però pervasa da un senso di pace, e si colloca in una dimensione onirica che è un altrove rispetto alla realtà dell’esistenza, nei riguardi della quale il tempo 'oggettivo' scorre indifferente.


Black Pools[/labelBlock][labelHide=ENG016]Genesis of memory (2023), oil on canvas, 80x60 cm

The painting focuses on the subjective dimension of the passage of time, on the "form" that human beings try to give to its constant flow in relation to their life experience. Memory is the brick which, linked to other memories, creates the plot of what subjective time is, but memory itself is ephemeral and changeable like a soap bubble; and as a soap bubble can act in a way that is no different from a lens, which magnifies, deforms, shapes what is seen through.

I wanted to insert some elements that recall different aspects of the passage of time, such as its cyclicality - enhanced by the cycle of nature - and its ineluctability, its going forward despite everything and without being able to go back, like when you decide to let go at the start of a waterslide and you are forced to follow the route to the end, without the possibility of retracing your steps. However, the scene is pervaded by a sense of peace, and is placed in a dreamlike dimension that is elsewhere compared to the reality of existence, in respect of which 'objective' time flows indifferent.

Black Pools[/labelHide]
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Genesi del ricordo (2023), olio su tela, 80x60 cm

L’opera si concentra sulla dimensione soggettiva dello scorrere del tempo, sulla « forma » che l’essere umano prova a dare al suo fluire costante in rapporto alla propria esperienza di vita. Il ricordo è il mattoncino che inanellato ad altri ricordi crea la trama di quello che è il tempo soggettivo, ma il ricordo è esso stesso effimero e mutevole come una bolla di sapone; e come una bolla può agire in maniera non diversa da una lente, che ingrandisce, deforma, plasma ciò che si vede attraverso.

Ho voluto inserire alcuni elementi che richiamano diversi aspetti dello scorrere del tempo, come la sua ciclicità - esaltata dal ciclo della natura - e la sua ineluttabilità, il suo andare avanti nonostante tutto e senza poter tornare indietro, come quando si decide di lasciare la presa alla partenza di un acquascivolo e si è costretti a seguire il percorso fino alla fine, senza la possibilità di tornare sui propri passi. La scena è però pervasa da un senso di pace, e si colloca in una dimensione onirica che è un altrove rispetto alla realtà dell’esistenza, nei riguardi della quale il tempo 'oggettivo' scorre indifferente.


Black Pools
[labelTo=ITA014] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG014] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA014]Il dio della precarietà (2023), olio su tela di iuta, 133x100 cm

Il dio della precarietà è un progetto sulla percezione del futuro da parte della generazione dei Millenials, a partire dall'esperienza personale dell'artista.

Quando negli anni del liceo mi capitava di pensare al futuro, in automatico la mia mente si riempiva di immagini e concetti che attribuivo a un mondo a parte, quello degli adulti: indipendenza, sicurezza, famiglia, carriera; in pratica tutti elementi che mi erano suggeriti sia dalla mia esperienza personale di figlia che dall’ideale di realizzazione personale proposto - o imposto - dalla società nella quale sono cresciuta.

In maniera più o meno consapevole anelavo anche io a questo modello, l’unico che conoscessi o immaginassi, e che però col tempo si è rivelato una chimera. Irraggiungibile, perlomeno nei tempi e nei modi che io e le persone con cui sono cresciuta immaginavamo.

È il mondo che è cambiato, e lo ha fatto così rapidamente che la nostra generazione è stata presa in contropiede: cresciuta con modelli non più attuabili sta cercando nuove strategie di adattamento. Il percorso lineare non esiste più, e questo pur aggiungendo talora un po’ di pepe all’esistenza crea anche sconforto e nuove difficoltà.

Con questo dipinto ho provato a dare una forma a quei pensieri che talvolta mi assalgono quando più forte si fa la sensazione di essere ferma ad un punto morto, senza che dagli anni del liceo quasi nulla sia cambiato nel mio atteggiamento verso il futuro perché pur essendo fuor d’ogni dubbio anagraficamente adulta, ci sono tanti aspetti che sento ancora al di fuori della mia portata.


Pools[/labelBlock][labelHide=ENG014]The god of precariousness (2023), oil on jute canvas, 133x100 cm

Il dio della precarietà (The god of precariousness) is a project on the perception of the future by the millennial generation, starting from the artist's personal experience.

When in my high school years I happened to think about the future, my mind automatically filled with images and concepts that I attributed to a separate world, that of adults: independence, security, family, career; basically all elements that were suggested to me both by my personal experience as a daughter and by the ideal of personal fulfillment proposed - or imposed - by the society in which I grew up.

In a more or less conscious way, I too was longing for this model, the only one I knew and imagined, but which over time turned out to be a chimera. Unattainable, at least in the times and ways that I and the people I grew up with imagined.

It's the world that changed, and it did it so quickly that our generation was caught off guard: raised with no longer feasible models, it's looking for new adaptation strategies. The linear path no longer exists, and this, while sometimes adding a little spice to existence, also creates discomfort and new difficulties.

With this painting I tried to give shape to those thoughts that sometimes assail me when the feeling of being at a standstill gets stronger. In these moments I feel as if almost nothing has changed since high school in my attitude towards the future, because despite being an adult beyond any doubt by birth, there are many aspects that I still feel are beyond my reach.


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Il dio della precarietà (2023), olio su tela di iuta, 133x100 cm

Il dio della precarietà è un progetto sulla percezione del futuro da parte della generazione dei Millenials, a partire dall'esperienza personale dell'artista.

Quando negli anni del liceo mi capitava di pensare al futuro, in automatico la mia mente si riempiva di immagini e concetti che attribuivo a un mondo a parte, quello degli adulti: indipendenza, sicurezza, famiglia, carriera; in pratica tutti elementi che mi erano suggeriti sia dalla mia esperienza personale di figlia che dall’ideale di realizzazione personale proposto - o imposto - dalla società nella quale sono cresciuta.

In maniera più o meno consapevole anelavo anche io a questo modello, l’unico che conoscessi o immaginassi, e che però col tempo si è rivelato una chimera. Irraggiungibile, perlomeno nei tempi e nei modi che io e le persone con cui sono cresciuta immaginavamo.

È il mondo che è cambiato, e lo ha fatto così rapidamente che la nostra generazione è stata presa in contropiede: cresciuta con modelli non più attuabili sta cercando nuove strategie di adattamento. Il percorso lineare non esiste più, e questo pur aggiungendo talora un po’ di pepe all’esistenza crea anche sconforto e nuove difficoltà.

Con questo dipinto ho provato a dare una forma a quei pensieri che talvolta mi assalgono quando più forte si fa la sensazione di essere ferma ad un punto morto, senza che dagli anni del liceo quasi nulla sia cambiato nel mio atteggiamento verso il futuro perché pur essendo fuor d’ogni dubbio anagraficamente adulta, ci sono tanti aspetti che sento ancora al di fuori della mia portata.



Pools
[labelTo=ITA013] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG013] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA013]L'equilibrista (2023), olio su tela di iuta, 140x110 cm

La quotidianità sembra spesso ridursi ai mille impegni da spuntare che costellano le nostre giornate: destreggiarsi tra tutto quello che c’è da fare è l’abilità che spesso mi fa sentire più soddisfatta a fine giornata. Ma è un bene che sia così? Ogni tanto mi trovo a vivere giornate diverse, magari in giro per sentieri, e non riesco più a vedere un senso in tutto questo affannarsi. A volte mi sembra di essere in equilibrio precario su un filo sottile, tanto è grande e dall’esito incerto lo sforzo per rispondere in maniera adeguata alle richieste e alle aspettative personali e sociali, ancor più se si è donna.

Pools
Collezione privata (USA)[/labelBlock][labelHide=ENG013]The tightrope walker (2023), oil on jute canvas, 140x110 cm

Life nowadays seems to be reduced to the thousands of commitments and activities that fill our days: juggling all of this is the skill that often makes me feel more satisfied with myself at the end of the day. But is that a good thing? Sometimes it seems to me that I am precariously balanced on a thin thread, because the effort to respond adequately to personal and social requests and expectations is so great and with an uncertain outcome.It's hard to be a woman nowadays.

Pools
Private collection (USA)[/labelHide]
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L'equilibrista (2023), olio su tela di iuta, 140x110 cm

La quotidianità sembra spesso ridursi ai mille impegni da spuntare che costellano le nostre giornate: destreggiarsi tra tutto quello che c’è da fare è l’abilità che spesso mi fa sentire più soddisfatta a fine giornata. Ma è un bene che sia così? Ogni tanto mi trovo a vivere giornate diverse, magari in giro per sentieri, e non riesco più a vedere un senso in tutto questo affannarsi. A volte mi sembra di essere in equilibrio precario su un filo sottile, tanto è grande e dall’esito incerto lo sforzo per rispondere in maniera adeguata alle richieste e alle aspettative personali e sociali, ancor più se si è donna.

Pools
Collezione privata (USA)
[labelTo=ITA012] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG012] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA012]Fluire (2022), olio su tela, 120x120 cm

Con questo dipinto ho cercato di dare forma alla sensazione che si prova quando si decide di lasciare la presa su qualcosa, siano abitudini, luoghi, pensieri, ricordi o persone. Il paesaggio con gli ultimi chiarori del giorno è un momento di transizione che evidenzia lo scorrere del tempo, inesorabile e indifferente alle traversie umane come il movimento delle acque di un fiume trascinate dalla gravità e dalla corrente stessa verso la foce.

Black Pools[/labelBlock][labelHide=ENG012]Fluire (2022), oil on canvas, 120x120 cm

With this painting I tried to give shape to the feeling you get when you decide to let things (habits, places, thoughts, memories, people) going on, like the water of a river. Fluire is an italian verb that is referred to a flowing fluid.

Black Pools[/labelHide]
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Fluire (2022), olio su tela, 120x120 cm

Con questo dipinto ho cercato di dare forma alla sensazione che si prova quando si decide di lasciare la presa su qualcosa, siano abitudini, luoghi, pensieri, ricordi o persone. Il paesaggio con gli ultimi chiarori del giorno è un momento di transizione che evidenzia lo scorrere del tempo, inesorabile e indifferente alle traversie umane come il movimento delle acque di un fiume trascinate dalla gravità e dalla corrente stessa verso la foce.

Black Pools

[labelTo=ITA011] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG011] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA011]Comfort zone (2022), olio su tela di iuta, 121x160 cm

Avete presente la sensazione di essere comodamente sdraiati a prendere il sole, a leggere o a fare ciò che più vi piace in un luogo che per voi è casa, e all’improvviso qualcosa distrugge quell’equilibrio?
L’opera si concentra sull’attimo della rottura dell’equilibrio, per questo ho scelto di accentuare il contrasto tra luci e ombre creando una scena surreale con un fondo di drammaticità che normalmente poco si addice al contesto rappresentato. Ho sentito l’esigenza di realizzare questo dipinto dopo aver finalmente preso la distanza spaziale, temporale ed emotiva dalla mia personale rottura dell’equilibrio: deviare dal percorso stabilito non è mai semplice ma offre l’impagabile opportunità di reinventarsi e scoprire nuove prospettive.

Black Pools[/labelBlock][labelHide=ENG011]Comfort zone (2022), oil on jute canvas, 121x160 cm

Do you know the feeling of being comfortably lying down to sunbathe, read or do what you like the best in a place that you perfectly know and love, and suddenly something destroys that balance?
After a few months I painted this canvas thinking back to the stormy events that marked my 2022, pushing me to deviate from the planned path and to reinvent some bases of my life - keeping the cornerstones but also looking for something new. The painting focuses on the balance breaking instant, which is why I chose to accentuate the contrast between lights and shadows by creating a surreal scene with a background of drama that normally does not suit the represented context of an outdoor pool with waterslides.

Black Pools[/labelHide]
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Comfort zone (2022), olio su tela di iuta, 121x160 cm

Avete presente la sensazione di essere comodamente sdraiati a prendere il sole, a leggere o a fare ciò che più vi piace in un luogo che per voi è casa, e all’improvviso qualcosa distrugge quell’equilibrio?
L’opera si concentra sull’attimo della rottura dell’equilibrio, per questo ho scelto di accentuare il contrasto tra luci e ombre creando una scena surreale con un fondo di drammaticità che normalmente poco si addice al contesto rappresentato. Ho sentito l’esigenza di realizzare questo dipinto dopo aver finalmente preso la distanza spaziale, temporale ed emotiva dalla mia personale rottura dell’equilibrio: deviare dal percorso stabilito non è mai semplice ma offre l’impagabile opportunità di reinventarsi e scoprire nuove prospettive.


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[labelTo=ITA010] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG010] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA010]Essere all'altezza (2022), olio su tela, 100x70 cm

Spesso capita di sentirsi inadeguati, di temere di non riuscire a soddisfare non solo le richieste degli altri ma anche e soprattutto i nostri stessi desideri o ideali. E’ in quei frangenti che si avverte una sensazione di piccolezza, un timore strisciante di fallire, di fare una figuraccia, di essere nuovamente delusi. Il 2022 mi ha finora posta più volte in situazioni delicate in cui ho iniziato a dubitare di tutto ed in primis di me stessa, sia dal punto di vista umano che artistico. Questa tela vorrebbe da un lato fare il punto, dando una forma alla sensazione di inadeguatezza che mi ha perseguitata per mesi, dall’altra essere di buon augurio per un futuro in cui spero di incamminarmi con lo stesso animo leggero e fiducioso che avevo quando camminavo con mia sorella guidandola lungo sentieri e vie ferrate al cospetto di maestosi paesaggi dolomitici. 

Le montagne rappresentate sono infatti reali e si sviluppano intorno alla Cima Val di Roda, nel gruppo delle Pale di San Martino. Ho scelto di raffigurarle così come le abbiamo viste dal sentiero dell’Alta Via n.2 delle Dolomiti che ho percorso nell’agosto del 2019.

Black Pools[/labelBlock][labelHide=ENG010]Self confidence (2022), oil on canvas, 100x70 cm

It often happens that people feel inadequate, that they fear of not being able to solve problems or to reach their own desires or ideals. In those situations there is a feeling of smallness, a creeping fear of failure, of making a fool, of being disappointed again. Year 2022 has already placed me several times in difficult situations in which I began to doubt myself, both from a human and artistic point of view. This painting has two different purposes: first, giving shape to the feeling of inadequacy that haunted me for months, and second to be a good omen for a future in which I hope to set out with the same light and confident soul that I had when I walked with my sister guiding her along mountain paths in the presence of majestic Dolomite landscapes.

The mountains represented are in fact real and are located around the Cima Val di Roda, in the Pale di San Martino group. I chose to depict them as we saw them from the Alta Via of the Dolomites n.2  that where i was hiking in August 2019.

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Essere all'altezza (2022), olio su tela, 100x70 cm

Spesso capita di sentirsi inadeguati, di temere di non riuscire a soddisfare non solo le richieste degli altri ma anche e soprattutto i nostri stessi desideri o ideali. E’ in quei frangenti che si avverte una sensazione di piccolezza, un timore strisciante di fallire, di fare una figuraccia, di essere nuovamente delusi. Il 2022 mi ha finora posta più volte in situazioni delicate in cui ho iniziato a dubitare di tutto ed in primis di me stessa, sia dal punto di vista umano che artistico. Questa tela vorrebbe da un lato fare il punto, dando una forma alla sensazione di inadeguatezza che mi ha perseguitata per mesi, dall’altra essere di buon augurio per un futuro in cui spero di incamminarmi con lo stesso animo leggero e fiducioso che avevo quando camminavo con mia sorella guidandola lungo sentieri e vie ferrate al cospetto di maestosi paesaggi dolomitici.

Le montagne rappresentate sono infatti reali e si sviluppano intorno alla Cima Val di Roda, nel gruppo delle Pale di San Martino. Ho scelto di raffigurarle così come le abbiamo viste dal sentiero dell’Alta Via n.2 delle Dolomiti che ho percorso nell’agosto del 2019.


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[labelTo=ITA011] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG011] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA011]Seagulls (2022), olio su tela, 100x70 cm

Questa tela parla di un addio, di chi parte e di chi resta. La piscina rappresentata è reale e si trova a Torshavn, capoluogo delle isole Faroe - una dei più preziosi pezzi della mia ‘collezione’ di piscine nel mondo.

Black Pools[/labelBlock][labelHide=ENG011]Seagulls (2022), oil on canvas, 100x70 cm

This painting represents a farewell, those who leave and those who remain. The swimming pool depicted is real and is located in Torshavn at the Faroe Islands - and it is one of the most precious pieces of my 'collection' of pools around the world.

Black Pools[/labelHide]
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Seagulls (2022), olio su tela, 100x70 cm

Questa tela parla di un addio, di chi parte e di chi resta. La piscina rappresentata è reale e si trova a Torshavn, capoluogo delle isole Faroe - una dei più preziosi pezzi della mia ‘collezione’ di piscine nel mondo.

Black Pools

[labelTo=ITA09] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG09] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA09]Underwater (2022), olio su tela, 100x80 cm

Questa tela vorrebbe rappresentare la sensazione di essere sospesa in una realtà ovattata dove anche le passioni più forti sembrano offuscate da un velo che ne smorza l’intensità, come avviene con suoni, colori e movimenti sott’acqua. Quando nella vita si prendono dei contraccolpi forti, se la botta è stata molto dura anche ciò che di esterno e bello ci circonda ne risente, e per qualche tempo i suoi influssi benefici si sopiscono, così come la percezione di noi stessi in un disperato quanto futile tentativo di difesa. Sulla tela restano però i colori, brillanti e vivi come non mai, che potrebbero indicare la via per tornare in superficie. 

Pools[/labelBlock][labelHide=ENG09]Underwater (2022), oil on canvas, 100x80 cm

This canvas would like to represent the feeling of being suspended in a muffled reality where even the strongest passions seem clouded by a veil that softens their intensity, as happens with sounds, colors and movements underwater. When you fall very low in life, even what is external and beautiful around you is affected, and for some time its beneficial influences are dormant, as well as the perception of ourselves in an unuseful attempt at defense. On the canvas, however, the colors remain, bright and alive as never before, which could indicate the way to return to the water surface.

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Underwater (2022), olio su tela, 100x80 cm

Questa tela vorrebbe rappresentare la sensazione di essere sospesa in una realtà ovattata dove anche le passioni più forti sembrano offuscate da un velo che ne smorza l’intensità, come avviene con suoni, colori e movimenti sott’acqua. Quando nella vita si prendono dei contraccolpi forti, se la botta è stata molto dura anche ciò che di esterno e bello ci circonda ne risente, e per qualche tempo i suoi influssi benefici si sopiscono, così come la percezione di noi stessi in un disperato quanto futile tentativo di difesa. Sulla tela restano però i colori, brillanti e vivi come non mai, che potrebbero indicare la via per tornare in superficie.

Pools












[labelTo=ITA08] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG08] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA08]Tropico del Capricorno (2022), olio e acrilico su tela, 100x100 cm

Tropico del Capricorno fa parte di un progetto che indaga il rapporto tra l'uomo e l'ambiente. Questa tela in particolare riguarda gli sconvolgimenti legati al riscaldamento globale - l'aumento del livello degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai e la tropicalizzazione. Ho scelto riferimenti visivi legati al mio vissuto e li ho ricombinati per dar vita a una scena che sia al tempo stesso allettante e respingente, in un tentativo di dare un aspetto all'ambivalenza che molto spesso caratterizza i sentimenti delle persone riguardo alle problematiche ambientali. Il titolo richiama un ulteriore sconvolgimento, un ribaltamento geografico nella mappa di quello che potrà diventare un pianeta Terra che poco o niente ha a che fare con quello che conosciamo ora. Le pennellate nervose e istintive della parte inferiore della tela vorrebbero evocare matericamente l'idea dello scioglimento, di una realtà evanescente che sta per svanire perché fatta di continui, imprevedibili e repentini cambiamenti.

Black Pools
Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG08]Tropic of Capricorn (2022), oil and acrylics on canvas, 100x100 cm

Tropico del Capricorno (Tropic of Capricorn) is part of a project that investigates the relationship between human beings and the environment. This painting in particular deals with the upheavals related to global warming - the rise in the level of the oceans, the melting of glaciers and tropicalization. I have chosen visual references related to my experience and I have recombined them to create a scene that is both tempting and repulsive, in an attempt to give an aspect to the ambivalence that very often characterizes people's feelings about environmental issues. The title recalls a further upheaval, a geographical reversal in the map of what could become a planet Earth that has little or nothing to do with what we know now. The nervous and instinctive brushstrokes of the lower part of the canvas would like to materially evoke the idea of dissolution, of an evanescent reality that is about to vanish because it is made up of continuous, unpredictable and sudden changes.

Black Pools
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Tropico del Capricorno (2022), olio e acrilico su tela, 100x100 cm

Tropico del Capricorno fa parte di un progetto che indaga il rapporto tra l'uomo e l'ambiente. Questa tela in particolare riguarda gli sconvolgimenti legati al riscaldamento globale - l'aumento del livello degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai e la tropicalizzazione. Ho scelto riferimenti visivi legati al mio vissuto e li ho ricombinati per dar vita a una scena che sia al tempo stesso allettante e respingente, in un tentativo di dare un aspetto all'ambivalenza che molto spesso caratterizza i sentimenti delle persone riguardo alle problematiche ambientali. Il titolo richiama un ulteriore sconvolgimento, un ribaltamento geografico nella mappa di quello che potrà diventare un pianeta Terra che poco o niente ha a che fare con quello che conosciamo ora. Le pennellate nervose e istintive della parte inferiore della tela vorrebbero evocare matericamente l'idea dello scioglimento, di una realtà evanescente che sta per svanire perché fatta di continui, imprevedibili e repentini cambiamenti.

Black Pools
Collezione privata (ITA)









[labelTo=ITA07] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG07] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA07]2084 (2022), olio su tela di iuta, 180x120 cm

Questo dipinto nasce come tentativo di immaginare le conseguenze sull’uomo e sull’ambiente di un eventuale conflitto globale nel XXI secolo. Ho scelto di rappresentare un luogo comunemente ritenuto bello, desiderabile, da proteggere, e di alterarlo giocando coi colori e le forme fino ad arrivare a un ipotetico scenario post apocalittico dove non è rimasto più nulla da salvare. La scelta è ricaduta su uno scorcio dell’isola di Sant’Antioco, visitata recentemente in un momento in cui pensavo di avere alcune certezze sul futuro, e che mi aveva colpito per la presenza di piccole piscine naturali che formavano dei microcosmi a sé stanti tra gli scogli levigati. Non potevo sapere che questo lavoro, con la sua atmosfera di desolazione e smarrimento, sarebbe oggi arrivato a parlare anche della mia condizione di neo trentenne alla deriva.

Black Pools[/labelBlock][labelHide=ENG07]2084 (2022), oil on jute canvas, 180x120 cm

This painting was born as an attempt to imagine the consequences on humanity and the environment of a possible World War 3 in the 21st century. I chose to represent a place commonly considered beautiful, desirable, to be protected, and to alter it by playing with colors and shapes until arriving at a hypothetical post-apocalyptic scenario where there is nothing left to save. The choice fell on a seascape of Sant'Antioco island, that I recently visited at a time when I thought I had some certainties about the future, and which struck me for the presence of small natural pools that formed microcosms among the smooth rocks. I could not have known that this work, with its atmosphere of desolation and bewilderment, would today also come to speak of my condition as a neo-thirties who feels having lost the way - or the faith on dreams.

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2084 (2022), olio su tela di iuta, 180x120 cm

Questo dipinto nasce come tentativo di immaginare le conseguenze sull’uomo e sull’ambiente di un eventuale conflitto globale nel XXI secolo. Ho scelto di rappresentare un luogo comunemente ritenuto bello, desiderabile, da proteggere, e di alterarlo giocando coi colori e le forme fino ad arrivare a un ipotetico scenario post apocalittico dove non è rimasto più nulla da salvare. La scelta è ricaduta su uno scorcio dell’isola di Sant’Antioco, visitata recentemente in un momento in cui pensavo di avere alcune certezze sul futuro, e che mi aveva colpito per la presenza di piccole piscine naturali che formavano dei microcosmi a sé stanti tra gli scogli levigati. Non potevo sapere che questo lavoro, con la sua atmosfera di desolazione e smarrimento, sarebbe oggi arrivato a parlare anche della mia condizione di neo trentenne alla deriva.

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[labelTo=ITA06] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG06] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA06]Dreamers Pool (2022), olio su tela, 100x120 cm

L’opera è nata da una riflessione sul rapporto tra divertimento e ambiente: mi è capitato di osservare sempre più spesso che nei momenti di svago o vacanza si cerca di avere a disposizione quante più attività e servizi possibile, senza tener conto della loro stagionalità, anche a costo di vivere in un ambiente artificiale ed avere un impatto energetico decuplicato (piscine ricreative esterne in pieno inverno, capannoni del freddo con all'interno piste da sci in estate ecc) Edonismo senza limiti, dai criteri di giudizio incerti. Per questo ho rappresentato una piscina nel mezzo di un paesaggio invernale, circondata da nastri di prato artificiale che cercano di coprire la neve e su cui due sparute galline si muovono tra i finti fili d’erba.
La montagna rappresentata è il Mondolè (2382m), cima della Alpi Marittime sulle cui pendici sorge la località montana che ha segnato gli inverni della mia infanzia e adolescenza.

Black Pools[/labelBlock]
[labelHide=ENG06]Dreamers Pool (2022), oil on canvas, 100x120 cm

This painting was born from a reflection on the relationship between entertainment and environment.I happened to observe more and more often that in moments of leisure or vacation people try to have as many activities and services as possible available, without taking into account their seasonality, even at the cost of living in an artificial environment and having a tenfold energy impact (recreational pools in the middle of winter, cold sheds with ski slopes inside in summer, etc.) Hedonism without limits, with uncertain judgment criteria. This is why I represented a swimming pool in the middle of a winter landscape, surrounded by strips of artificial grass that try to cover the snow and on which two small hens move among the fake blades of grass.
The mountain represented is mount Mondolè (2382m) in the Maritime Alps, around which stands the ski area where I started loving the mountains for the first time as a child.

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Dreamers Pool (2022), olio su tela, 100x120 cm

L’opera è nata da una riflessione sul rapporto tra divertimento e ambiente: mi è capitato di osservare sempre più spesso che nei momenti di svago o vacanza si cerca di avere a disposizione quante più attività e servizi possibile, senza tener conto della loro stagionalità, anche a costo di vivere in un ambiente artificiale ed avere un impatto energetico decuplicato (piscine ricreative esterne in pieno inverno, capannoni del freddo con all'interno piste da sci in estate ecc) Edonismo senza limiti, dai criteri di giudizio incerti. Per questo ho rappresentato una piscina nel mezzo di un paesaggio invernale, circondata da nastri di prato artificiale che cercano di coprire la neve e su cui due sparute galline si muovono tra i finti fili d’erba.
La montagna rappresentata è il Mondolè (2382m), cima della Alpi Marittime sulle cui pendici sorge la località montana che ha segnato gli inverni della mia infanzia e adolescenza.


Black Pools





[labelTo=ITA05] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG05] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA05]Scena prima. Alba (2021), olio su tela, 100x70 cm

Quando sono stata invitata a ideare un’opera sul tema A riveder le stelle, ho tergiversato a lungo perché mi sentivo troppo condizionata dal celebre testo d’origine della citazione. Traslandolo nel mio immaginario, il pensiero è infine andato alla sensazione che si prova quando si riemerge dall’acqua, avvicinandosi alla superficie per porre fine all’apnea. Speranza, meraviglia e luce sono gli ingredienti di questo dipinto, che vorrebbe anche essere un inno all’infinito potenziale di qualcosa che comincia: l’alba di un nuovo giorno, il primo passo verso la realizzazione di un sogno, le luci che finalmente rivelano la scena iniziale di una pièce teatrale mai vista prima.

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Collezione privata (NLD)[/labelBlock][labelHide=ENG05]Scene 1. Sunrise (2021), oil on canvas, 100x70 cm

When I was invited to create a new painting on the theme A riveder le stelle (Seeing the stars again), I hesitated for a long time because I felt too tied to the famous context of origin of the quote. Translating it into my imagination, my thoughts went to the sensation you get when you re-emerge from the water, approaching the surface to be able to breathe again. Hope, wonder and light are the ingredients of this painting, which would also like to be a tribute to the infinite potential of something that begins: the dawn of a new day, the first step towards the realization of a dream, the lights that finally reveal the opening scene of a play never seen before.

Black Pools
Collezione privata (NLD)[/labelHide]
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Scena prima. Alba (2021), olio su tela, 100x70 cm

Quando sono stata invitata a ideare un’opera sul tema A riveder le stelle, ho tergiversato a lungo perché mi sentivo troppo condizionata dal celebre testo d’origine della citazione. Traslandolo nel mio immaginario, il pensiero è infine andato alla sensazione che si prova quando si riemerge dall’acqua, avvicinandosi alla superficie per porre fine all’apnea. Speranza, meraviglia e luce sono gli ingredienti di questo dipinto, che vorrebbe anche essere un inno all’infinito potenziale di qualcosa che comincia: l’alba di un nuovo giorno, il primo passo verso la realizzazione di un sogno, le luci che finalmente rivelano la scena iniziale di una pièce teatrale mai vista prima.

Black Pools

Collezione privata (NLD)































[labelTo=ITA04] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG04] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA04]The New Reef (2021), olio su tela, 90x100 cm

The New Reef è un progetto incentrato sulla sofferenza e sulla distruzione di molti ecosistemi marini a causa dell’uomo. La nascita di questo lavoro si lega all’esperienza di Marine Litter Art, residenza artistica che ho svolto in Sicilia nell’estate del 2021 e durante la quale gli artisti invitati hanno realizzato delle installazioni site specific avvalendosi esclusivamente dei rifiuti raccolti durante la pulizia dell’area alla foce del fiume Platani, in provincia di Agrigento. Sconvolta dalla quantità di plastica che era presente alla foce, scelsi di lavorare esclusivamente con questi materiali: polistirolo, imballaggi, bottiglie, flaconi e tappi in plastica. Al rientro però continuavo a sentire pressante il bisogno di traslare il messaggio di denuncia dell’abbandono della plastica anche nei miei dipinti, ed è da questa esigenza che è nato The New Reef. L’opera vorrebbe essere una rappresentazione distopica, ai limiti del fantascientifico, di un futuro - forse non troppo lontano - in cui l’umanità avrà causato la scomparsa della biodiversità per come la conosciamo oggi e si sarà adattata a vivere in un mondo fatto di plastica, quella stessa plastica che ha creato e di cui non sa più come liberarsi. Ho immaginato un ipotetico albergo di lusso del futuro che si proporrà ai propri potenziali ospiti come un paradiso da cui poter godere di una vista privilegiata ed esclusiva su quelle che vengono spacciate per essere le bellezze del mare: su un complicato sistema di super piscine incombe una struttura grottesca che vuole essere il simulacro di una barriera corallina. Questo elemento mi è stato ispirato dalle concrezioni sottomarine che ho avuto la possibilità di osservare nel corso di alcune immersioni nel Mediterraneo: gorgonie, anemoni, spugne ecc. che ho cercato di rievocare in chiave alterata, immaginandone una possibile metamorfosi mortifera. I personaggi in piscina non si rendono conto di cosa li sovrasta, perché si sarà perso il ricordo di ciò che era stato e anche la capacità di distinguere tra ciò che è autentico e naturale, e ciò che non lo è affatto. Le geometrie che tagliano in due la composizione sono un rimando al Punto di non ritorno che gli scienziati ci indicano come limite oltre il quale i danni inferti all’ambiente diventeranno irreversibili, e delimitano un riquadro dove ho inserito ciò che gli archeologici del futuro molto probabilmente troveranno scavando: resti ‘fossili’ di materiali plastici.

Black Pools
Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG04]The new reef (2021), oil on canvas, 90x100 cm

The New Reef is a project focused on the suffering and destruction of many marine ecosystems by human beings. The birth of this artwork is linked to the experience of Marine Litter Art, an art residency that I carried out in Sicily in the summer of 2021 and during which the invited artists created site specific installations using exclusively the waste collected during the cleaning of the area at the mouth of the river Platani, in the province of Agrigento. Shocked by the amount of plastic that was present at the mouth, I chose to work exclusively with these materials: polystyrene, packaging, bottles, flasks and plastic caps. Back home, however, I continued to feel the urgent need to translate the message of denouncing the abandonment of plastic in my paintings, and it is from this need that The New Reef was born. The painting would like to be a dystopian representation of a future - perhaps not too distant - in which humanity will have caused the disappearance of biodiversity as we know it today and will have adapted to live in a world made of plastic, the same plastic that we created and of which we no longer know how to get rid of. I imagined a hypothetical luxury hotel of the future that will present itself to its potential guests as a paradise from which they can enjoy a privileged and exclusive view of what they think to be the beauties of the sea: over a complicated system of super pools looms a grotesque structure that wants to be the simulacrum of a coral reef. This element was inspired by the underwater concretions that I had the opportunity to observe during some dives in the Mediterranean sea: gorgonians, anemones, sponges, etc. which I tried to evoke in an altered key, imagining a possible deadly metamorphosis. Tourists in the pool do not realize what is above them, because they will have lost the memory of what had been before and also the ability to distinguish between what is authentic and natural, and what is not at all. The geometries that cut the composition in two are a reference to the Point of no return that scientists indicate as the limit beyond which the damage inflicted on the environment will become irreversible, and delimit a box where I have put what the archeologists of the future will probably find by digging: 'fossils' of plastic materials.

Black Pools
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The New Reef (2021), olio su tela, 90x100 cm

The New Reef è un progetto incentrato sulla sofferenza e sulla distruzione di molti ecosistemi marini a causa dell’uomo. La nascita di questo lavoro si lega all’esperienza di Marine Litter Art, residenza artistica che ho svolto in Sicilia nell’estate del 2021 e durante la quale gli artisti invitati hanno realizzato delle installazioni site specific avvalendosi esclusivamente dei rifiuti raccolti durante la pulizia dell’area alla foce del fiume Platani, in provincia di Agrigento. Sconvolta dalla quantità di plastica che era presente alla foce, scelsi di lavorare esclusivamente con questi materiali: polistirolo, imballaggi, bottiglie, flaconi e tappi in plastica. Al rientro però continuavo a sentire pressante il bisogno di traslare il messaggio di denuncia dell’abbandono della plastica anche nei miei dipinti, ed è da questa esigenza che è nato The New Reef. L’opera vorrebbe essere una rappresentazione distopica, ai limiti del fantascientifico, di un futuro - forse non troppo lontano - in cui l’umanità avrà causato la scomparsa della biodiversità per come la conosciamo oggi e si sarà adattata a vivere in un mondo fatto di plastica, quella stessa plastica che ha creato e di cui non sa più come liberarsi. Ho immaginato un ipotetico albergo di lusso del futuro che si proporrà ai propri potenziali ospiti come un paradiso da cui poter godere di una vista privilegiata ed esclusiva su quelle che vengono spacciate per essere le bellezze del mare: su un complicato sistema di super piscine incombe una struttura grottesca che vuole essere il simulacro di una barriera corallina. Questo elemento mi è stato ispirato dalle concrezioni sottomarine che ho avuto la possibilità di osservare nel corso di alcune immersioni nel Mediterraneo: gorgonie, anemoni, spugne ecc. che ho cercato di rievocare in chiave alterata, immaginandone una possibile metamorfosi mortifera. I personaggi in piscina non si rendono conto di cosa li sovrasta, perché si sarà perso il ricordo di ciò che era stato e anche la capacità di distinguere tra ciò che è autentico e naturale, e ciò che non lo è affatto. Le geometrie che tagliano in due la composizione sono un rimando al Punto di non ritorno che gli scienziati ci indicano come limite oltre il quale i danni inferti all’ambiente diventeranno irreversibili, e delimitano un riquadro dove ho inserito ciò che gli archeologici del futuro molto probabilmente troveranno scavando: resti ‘fossili’ di materiali plastici.

Black Pools
Collezione privata (ITA)

































[labelTo=ITA03] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG03] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA03]Nel mare non ci sono più i coccodrilli (2021), olio su tela, 130x120 cm

In questo dipinto ho voluto sviluppare un discorso intorno al vincolo indissolubile che c’è tra l’uomo e la natura, un legame tanto intenso quanto bistrattato che però inciderà sul nostro avvenire di specie. Ho deciso di concentrare la mia attenzione sull’influsso delle attività umane sugli ambienti acquatici, che essendo per loro natura molto lontani dalla nostra condizione di esseri terrestri sono spesso i meno presi in considerazione - nonostante siano fondamentali per la nostra stessa sopravvivenza. 
La tela presenta alcuni elementi legati alle piscine ricreative, al divertimento e al gioco dei bambini, rivisti però in una chiave più drammatica: acquascivoli come scarichi, e un coccodrillo gonfiabile abbandonato e rovesciato con rimandi a diverse situazioni di criticità come la morte degli organismi acquatici, la progressiva tropicalizzazione dei nostri mari e la dispersione di rifiuti plastici nell’ambiente. 
Il titolo del progetto fa riferimento al romanzo di F. Geda ‘Nel mare ci sono i coccodrilli’ (Baldini&Castoldi, 2010) dove è presente una scena emblematica in cui il giovane profugo afghano protagonista mette finalmente in dubbio che la morte di uno dei suoi amici sia stata provocata dai “coccodrilli”, che gli avevano detto esserci in mare, piuttosto che dalla spietatezza e noncuranza degli uomini - rivolta non solo verso l’ambiente che li nutre, ma anche verso i loro pari.

Black Pools
Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG03]There are no more crocodiles in the sea (2021), oil on canvas, 130x120 cm

With this painting I tried to carry on a reflection around the indissoluble bond that exists between Man and Nature, a bond as intense as it is mistreated that, however, will affect our future as human beings. I decided to focus my attention on the influence of human activities on aquatic environments, which being by their nature very far from our condition as terrestrial beings are often the least taken into consideration - despite being fundamental for our lives.                                                                                                                 The painting shows some elements related to recreational pools, fun and children's play, but revised in a more dramatic key: water slides as industrial discharges, and an abandoned and overturned inflatable crocodile with references to various critical situations such as the death of aquatic organisms, the progressive tropicalization of our seas and the dispersion of plastic waste into the environment.                 
The title of the project refers to the novel 'In the sea there are crocodiles' (Baldini & Castoldi, 2010) by F. Geda where there is an emblematic scene in which the young Afghan refugee protagonist understands  that the death of one of his friends was not caused by the "crocodiles", who had told him to be at sea, rather than by the ruthlessness and carelessness of men -  not only towards the environment that feeds them, but also towards other human beings.

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Nel mare non ci sono più i coccodrilli (2021), olio su tela, 130x120 cm

In questo dipinto ho voluto sviluppare un discorso intorno al vincolo indissolubile che c’è tra l’uomo e la natura, un legame tanto intenso quanto bistrattato che però inciderà sul nostro avvenire di specie. Ho deciso di concentrare la mia attenzione sull’influsso delle attività umane sugli ambienti acquatici, che essendo per loro natura molto lontani dalla nostra condizione di esseri terrestri sono spesso i meno presi in considerazione - nonostante siano fondamentali per la nostra stessa sopravvivenza.
La tela presenta alcuni elementi legati alle piscine ricreative, al divertimento e al gioco dei bambini, rivisti però in una chiave più drammatica: acquascivoli come scarichi, e un coccodrillo gonfiabile abbandonato e rovesciato con rimandi a diverse situazioni di criticità come la morte degli organismi acquatici, la progressiva tropicalizzazione dei nostri mari e la dispersione di rifiuti plastici nell’ambiente.
Il titolo del progetto fa riferimento al romanzo di F. Geda ‘Nel mare ci sono i coccodrilli’ (Baldini&Castoldi, 2010) dove è presente una scena emblematica in cui il giovane profugo afghano protagonista mette finalmente in dubbio che la morte di uno dei suoi amici sia stata provocata dai “coccodrilli”, che gli avevano detto esserci in mare, piuttosto che dalla spietatezza e noncuranza degli uomini - rivolta non solo verso l’ambiente che li nutre, ma anche verso i loro pari.


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Collezione privata (ITA)










[labelTo=ITA02] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG02] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA02]Cambio di scena (2021), olio e acrilico su tela di iuta, 100x140 cm

Questo dipinto nasce come tentativo di riflessione sul problema della carenza di acqua potabile legata al cambiamento climatico. Ho ricreato un mondo che pare sospeso sull’abisso, e in cui già compaiono le prime rovine legate all’abbandono di attività che potenzialmente potrebbero non essere più sostenibili in un prossimo avvenire. Facendo riferimento alla mia esperienza quotidiana di nuotatrice, se è vero che l’acqua dolce diventerà l’oro del futuro, il suo utilizzo in grandi quantità per attività ricreative non sarà più da dare per scontato. Stesso discorso per la possibilità di ammirare da vicino un ghiacciaio alpino, riserva naturale di acqua dolce ed ecosistema ormai in via di estinzione accelerata: nell’opera ho ripreso parte della Vedretta Forcola nel Parco Nazionale dello Stelvio, così come era nell’agosto del 2018, anno in cui ho avuto la fortuna di trascorrere l’intera stagione estiva in quota e osservare dal vivo la difficile situazione dei ghiacciai alpini.

Black Pools
Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG02]Scene change (2021), oil and acrylics on jute canvas, 100x140 cm

This painting was born as an attempt to reflect on the problem of the lack of drinking water linked to climate change. I imagined a world that seems suspended over the abyss, and in which the first ruins related to the abandonment of activities that potentially may no longer be sustainable in the future already appear. Referring to my daily experience as a swimmer, if it is true that fresh water will become the gold of the future, its use in large quantities for recreational activities will no longer be taken for granted. The same goes for the opportunity to admire an alpine glacier up close, because these natural reserves of fresh water and ecosystems are now in the process of accelerated extinction: in the painting I represented part of the Vedretta Forcola in the Stelvio National Park, as it was in August 2018, when I had the opportunity to spend the entire summer season at high altitude and observe first-hand the difficult situation of many Alpine glaciers.


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Cambio di scena (2021), olio e acrilico su tela di iuta, 100x140 cm

Questo dipinto nasce come tentativo di riflessione sul problema della carenza di acqua potabile legata al cambiamento climatico. Ho ricreato un mondo che pare sospeso sull’abisso, e in cui già compaiono le prime rovine legate all’abbandono di attività che potenzialmente potrebbero non essere più sostenibili in un prossimo avvenire. Facendo riferimento alla mia esperienza quotidiana di nuotatrice, se è vero che l’acqua dolce diventerà l’oro del futuro, il suo utilizzo in grandi quantità per attività ricreative non sarà più da dare per scontato. Stesso discorso per la possibilità di ammirare da vicino un ghiacciaio alpino, riserva naturale di acqua dolce ed ecosistema ormai in via di estinzione accelerata: nell’opera ho ripreso parte della Vedretta Forcola nel Parco Nazionale dello Stelvio, così come era nell’agosto del 2018, anno in cui ho avuto la fortuna di trascorrere l’intera stagione estiva in quota e osservare dal vivo la difficile situazione dei ghiacciai alpini.

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[labelTo=ITA06]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG06]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA06]Luna nuova (2021), olio su tela di iuta, 96x120 cm

In questo lavoro ho cercato di rappresentare il contrasto tra la sofferenza del pianeta, il suo incerto destino, e l’indifferenza umana. Una spiaggia colorata e affollata di bagnanti non ha più il “naturale” compendio di acque limpide e sole estivo, ma è sovrastata da un cielo nero che ha inghiottito persino il mare. Non troviamo né la luna né le stelle, in passato riferimento per viaggiatori, naviganti e portatrici di un’idea di destino. Al loro posto si trova invece un carapace scheletrito, un nuovo astro che nulla ha di meraviglioso e che rimanda al destino del pianeta per mano di un’umanità ignara e indifferente anche al suo stesso futuro. Gli elementi della composizione sono tratti da ricordi del mio ultimo viaggio in Sardegna l’estate scorsa: la spiaggia è ispirata a Cala del Morto in località Chia a Domus de Maria (Ca), mentre il carapace è uno dei tanti che ho visto percorrendo i sentieri dell’isola Mal di Ventre, situata poche miglia al largo della penisola del Sinis (Or).

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Collezione privata (CHE)[/labelBlock][labelHide=ENG06]New moon (2021), oil on jute canvas, 96x120 cm

In this painting I tried to represent the contrast between the suffering of the planet, its uncertain fate, and the human indifference. A colorful beach crowded with tourists no longer has the "natural" compendium of clear waters and summer sun, but is dominated by a black sky that has even swallowed the sea. We do not find either the moon or the stars, in the past a reference for travelers, sailors and bearers of an idea of destiny. Instead, there is a skeletal carapace, a new star that has nothing wonderful about it and that refers to the fate of the planet connected to a humanity unaware and indifferent even to its own future. The elements of the composition are taken from memories of my last trip to Sardinia last summer: the beach is inspired by Cala del Morto in the Chia locality in Domus de Maria (Ca), while the carapace is one of the many I saw while walking along the paths of the Mal di Ventre island, located a few miles off the Sinis peninsula (Or).

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Luna nuova (2021), olio su tela di iuta, 96x120 cm

In questo lavoro ho cercato di rappresentare il contrasto tra la sofferenza del pianeta, il suo incerto destino, e l’indifferenza umana. Una spiaggia colorata e affollata di bagnanti non ha più il “naturale” compendio di acque limpide e sole estivo, ma è sovrastata da un cielo nero che ha inghiottito persino il mare. Non troviamo né la luna né le stelle, in passato riferimento per viaggiatori, naviganti e portatrici di un’idea di destino. Al loro posto si trova invece un carapace scheletrito, un nuovo astro che nulla ha di meraviglioso e che rimanda al destino del pianeta per mano di un’umanità ignara e indifferente anche al suo stesso futuro. Gli elementi della composizione sono tratti da ricordi del mio ultimo viaggio in Sardegna l’estate scorsa: la spiaggia è ispirata a Cala del Morto in località Chia a Domus de Maria (Ca), mentre il carapace è uno dei tanti che ho visto percorrendo i sentieri dell’isola Mal di Ventre, situata poche miglia al largo della penisola del Sinis (Or).

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Collezione privata (CHE)
[labelTo=ITA01] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG01] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA01]Il paradosso contemporaneo (2021), olio su tela di iuta, 180x120 cm

Quest'opera vorrebbe dare una forma al senso di confusione che spesso regna nelle nostre giornate: sovrastrutture burocratiche incomprensibili, norme talora incoerenti e priorità discutibili ma automaticamente accettate per il quieto vivere. La scena presenta tinte accese ma è caotica e paradossale: l'autorità cui spetta sia il controllo delle regole che la vigilanza sulla sicurezza è assente; dietro la sedia vuota del bagnino si scorgono strumenti di salvataggio abbandonati e una situazione completamente fuori controllo cui però nessuno sembra fare caso.

Pools
Collezione privata (USA)[/labelBlock] [labelHide=ENG01]Contemporary paradox (2021), oil on jute canvas, 180x120 cm

This painting would like to give shape to the sense of confusion that is often present in our days: incomprehensible bureaucracy, incoherent rules and questionable but automatically accepted priorities for the quiet life. The scene has bright colors but it is chaotic and paradoxical: the authority responsible for both the control of the rules and the safety is absent; behind the lifeguard's empty chair you can see abandoned life-saving tools and a completely out of control situation which, however, no one seems to notice.

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Il paradosso contemporaneo (2021), olio su tela di iuta, 180x120 cm

Quest'opera vorrebbe dare una forma al senso di confusione che spesso regna nelle nostre giornate: sovrastrutture burocratiche incomprensibili, norme talora incoerenti e priorità discutibili ma automaticamente accettate per il quieto vivere. La scena presenta tinte accese ma è caotica e paradossale: l'autorità cui spetta sia il controllo delle regole che la vigilanza sulla sicurezza è assente; dietro la sedia vuota del bagnino si scorgono strumenti di salvataggio abbandonati e una situazione completamente fuori controllo cui però nessuno sembra fare caso.

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Collezione privata (USA)







[labelTo=ITA0] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG0] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA0]Nella giungla delle opportunità (2021), olio e collage su tela di iuta, 120x180 cm

“Nella vita potrai fare qualunque cosa tu desideri, al giorno d’oggi non ci sono più le barriere di una volta”. Parole incoraggianti, che da piccola mi procuravano una gradevole sensazione di onnipotenza e fiducia. In effetti quasi infinite sono le strade percorribili, basta essere sicuri di saper aggirare gli ostacoli e imboccare la giusta direzione ad ogni bivio che la vita pone sotto forma di scelta. Avere tra le mani un potere decisionale così ampio può però anche ritorcercisi contro, perché il sistema in cui agiamo è sempre più labirintico: le opzioni si diversificano, sfumano una nell’altra, nascono nuovi lavori e nuove opportunità impensabili fino a pochi anni prima. Chi non ha mai avuto l’impressione di trovarsi preso in un dedalo di possibilità al punto di non sapere più come muoversi? A me è capitato diverse volte, soprattutto nella scelta del percorso di studi in previsione di un impiego futuro, e questo dipinto nasce proprio da quella sensazione - spesso aggravata dall’idea che nella maggior parte dei casi le scelte siano univoche e definitive (via uno, avanti un altro!) proprio come quando ci si lascia andare alla partenza di un acquascivolo e si è trascinati inevitabilmente fino alla fine, senza possibilità di ripensamento.

Pools[/labelBlock] [labelHide=ENG0]In the jungle of opportunities (2021), mixed media on jute canvas, 120x180 cm

“In your life you will be able do whatever you want, nowadays there are no longer the barriers of the past". Encouraging words, which when I was a child gave me a pleasant feeling of power and self-confidence. Nowadays the paths that can be taken are almost infinite, the only important thing is just to be sure you know how to get around the obstacles and take the right direction at every crossroads that life presents in the form of choice. Having such large decision-making power in your hands is really difficult to manage, because the system in which we operate is increasingly labyrinthine: the options are diversified, one fading into the other, new jobs and new opportunities are born that were unthinkable until few years ago. Have you ever had the feeling of being lost in a labyrinth of possibilities, opportunities and feasible choices to the point of not knowing how to move? It happened to me may times, and this painting is born from that unpleasant feeling - often aggravated by the idea that in most cases the choices are definitive (you don’t come, do you? The next, please!) just like when you decide to start going down a waterslide and are inevitably dragged to the end, without possibility of coming back.

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Nella giungla delle opportunità (2021), olio e collage su tela di iuta, 120x180 cm

Nella vita potrai fare qualunque cosa tu desideri, al giorno d’oggi non ci sono più le barriere di una volta”. Parole incoraggianti, che da piccola mi procuravano una gradevole sensazione di onnipotenza e fiducia. In effetti quasi infinite sono le strade percorribili, basta essere sicuri di saper aggirare gli ostacoli e imboccare la giusta direzione ad ogni bivio che la vita pone sotto forma di scelta. Avere tra le mani un potere decisionale così ampio può però anche ritorcercisi contro, perché il sistema in cui agiamo è sempre più labirintico: le opzioni si diversificano, sfumano una nell’altra, nascono nuovi lavori e nuove opportunità impensabili fino a pochi anni prima. Chi non ha mai avuto l’impressione di trovarsi preso in un dedalo di possibilità al punto di non sapere più come muoversi? A me è capitato diverse volte, soprattutto nella scelta del percorso di studi in previsione di un impiego futuro, e questo dipinto nasce proprio da quella sensazione - spesso aggravata dall’idea che nella maggior parte dei casi le scelte siano univoche e definitive (via uno, avanti un altro!) proprio come quando ci si lascia andare alla partenza di un acquascivolo e si è trascinati inevitabilmente fino alla fine, senza possibilità di ripensamento.

Pools




[labelTo=ITA1] ITA [/labelTo] /  [labelTo=ENG1] ENG [/labelTo]

[labelBlock=ITA1]New society (2021), olio su tela di iuta, 180x120 cm

Risultante della combinazione incrociata di una pandemia in corso e della rilettura di 1984 di George Orwell, una visione surreale per esprimere il senso di oppressione e spersonalizzazione cui sembra di essere sempre più sottoposti - in precario equilibrio tra utopia e distopia.
Nel mondo di oggi è quasi normale la sensazione di essere un numero: al lavoro, in università, in ospedale; è il sistema di cui facciamo parte come minuscoli ma necessari ingranaggi. In New society ho provato a rappresentare questo stato di cose in modo un po' provocatorio, prendendo un elemento abitualmente associato al divertimento e trasformandolo in qualcosa di minaccioso, che incombe sia sulle figurine indistinte che sfilano al di sotto, sia su chi osserva il dipinto. Ho scelto gli acquascivoli perché sono deputati allo svago ma hanno in sé anche una componente di ineluttabilità: una volta che si sono staccate le mani dalla barra alla partenza, si è costretti a seguire il percorso fino alla fine, non c’è modo di tornare sui propri passi. New society è un lavoro che gioca sulla contraddizione; con la scelta di soggetti apparentemente innocui e di colori accesi e allegri ho cercato di provocare un cortocircuito tra immagine e messaggio. 

Pools
Collezione privata (USA)[/labelBlock] [labelHide=ENG1]New society (2021), oil on jute canvas, 180x120 cm

Resulting from the cross-combination of an ongoing pandemic and the re-reading of George Orwell’s 1984, a surreal vision that translates the sense of oppression and depersonalization to which we are all increasingly subjected - in a precarious balance between utopia and dystopia.

Nowadays the feeling of being a number is almost normal: at work, at the university, in the hospital; it’s the contemporary social system we are part of, as tiny but necessary cogs. In this painting I have tried to represent this state of things in a provocative way, taking an element usually associated with fun and transforming it into something threatening, which looms both over the indistinct figurines that parade below and over the viewer. I chose the waterslides because they are dedicated to leisure but they also have an ineluctability component: once you have taken your hands off the bar at the start, you are forced to follow the path to the end, there is no way to come back. New society is a work that plays on contradiction: the choice of bright and cheerful colors, like the candy pink of the background, is aimed at increasing the contrast between image and message.

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New society (2021), olio su tela di iuta, 180x120 cm

Risultante della combinazione incrociata di una pandemia in corso e della rilettura di 1984 di George Orwell, una visione surreale per esprimere il senso di oppressione e spersonalizzazione cui sembra di essere sempre più sottoposti - in precario equilibrio tra utopia e distopia.
Nel mondo di oggi è quasi normale la sensazione di essere un numero: al lavoro, in università, in ospedale; è il sistema di cui facciamo parte come minuscoli ma necessari ingranaggi. In New society ho provato a rappresentare questo stato di cose in modo un po' provocatorio, prendendo un elemento abitualmente associato al divertimento e trasformandolo in qualcosa di minaccioso, che incombe sia sulle figurine indistinte che sfilano al di sotto, sia su chi osserva il dipinto. Ho scelto gli acquascivoli perché sono deputati allo svago ma hanno in sé anche una componente di ineluttabilità: una volta che si sono staccate le mani dalla barra alla partenza, si è costretti a seguire il percorso fino alla fine, non c’è modo di tornare sui propri passi. New society è un lavoro che gioca sulla contraddizione; con la scelta di soggetti apparentemente innocui e di colori accesi e allegri ho cercato di provocare un cortocircuito tra immagine e messaggio.


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[labelTo=ITA4]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG4]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA4]Social distancing (2020), olio su tela, 35x100 cm

Questo dittico è nato da una riflessione sui cambiamenti che la nostra realtà ha subito a causa della pandemia da Covid-19. Le circostanze che hanno portato alla sua realizzazione non avevano nulla di eccezionale: mi trovavo all'ingresso di un impianto natatorio in attesa del rilevamento della temperatura, attenta a mantenere la distanza tra gli utenti in coda. In quel frangente non ho potuto fare a meno di constatare ancora una volta come una circostanza quotidiana quale l'ingresso in piscina abbia acquisito caratteristiche nuove che le hanno fatto perdere di componente umana in favore di una impersonale formalità tesa anche tra persone che si conoscono da tempo. Come scrive Aristotele l'uomo è per sua natura un essere sociale, che non si era quasi mai trovato a doversi proteggere dal contatto con gli altri su così larga scala, e questo fatto porta a chiedersi se basterà la fine dell'emergenza per tornare al modo di relazionarsi che avevamo prima. In quella fila ho ripensato a un estratto di realtà pre-Covid ma non riuscivo più a collocarla nel presente, a incasellarla nelle nuove modalità di convivenza. Quello che ne è derivato è una frattura, la rappresentazione visiva di un unico che prima della pandemia era tale e adesso attende di assumere una nuova forma.

White Pools
Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG4]Social distancing (2020), oil on canvas, 35x100 cm

This diptych was born from a reflection on the changes that our reality has undergone due to the Covid-19 pandemic. The circumstances that led to its creation were nothing exceptional: I was at the entrance of a swimming pool waiting for the temperature to be detected, and being careful to maintain the distance between me and the other users in the queue. At that moment I could not help but note once again how a daily circumstance such as entering the pool has acquired new characteristics that have made it lose its human component in favor of an impersonal formality, even between people who know each other for a long time. As Aristotle writes, man is by nature a social being, who had almost never found himself having to protect himself from contact with others on such a large scale, and this fact leads us to ask ourselves whether the end of the emergency will be enough to return to way of relating that we had before. In that row, I thought about an extract of pre-Covid reality but I was no longer able to place it in the present, to adapt it to the new ways of living together. What has resulted is a fracture, the visual representation of a single that was such before the pandemic and is now waiting to take on a new form.

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Social distancing (2020), olio su tela, 35x100 cm

Questo dittico è nato da una riflessione sui cambiamenti che la nostra realtà ha subito a causa della pandemia da Covid-19. Le circostanze che hanno portato alla sua realizzazione non avevano nulla di eccezionale: mi trovavo all'ingresso di un impianto natatorio in attesa del rilevamento della temperatura, attenta a mantenere la distanza tra gli utenti in coda. In quel frangente non ho potuto fare a meno di constatare ancora una volta come una circostanza quotidiana quale l'ingresso in piscina abbia acquisito caratteristiche nuove che le hanno fatto perdere di componente umana in favore di una impersonale formalità tesa anche tra persone che si conoscono da tempo. Come scrive Aristotele l'uomo è per sua natura un essere sociale, che non si era quasi mai trovato a doversi proteggere dal contatto con gli altri su così larga scala, e questo fatto porta a chiedersi se basterà la fine dell'emergenza per tornare al modo di relazionarsi che avevamo prima. In quella fila ho ripensato a un estratto di realtà pre-Covid ma non riuscivo più a collocarla nel presente, a incasellarla nelle nuove modalità di convivenza. Quello che ne è derivato è una frattura, la rappresentazione visiva di un unico che prima della pandemia era tale e adesso attende di assumere una nuova forma.

White Pools
Collezione privata (ITA)


[labelTo=ITA5]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG5]ENG[/labelTo]
[labelBlock=ITA5]Identità in costruzione(2020), olio e stoffa su tela, 150x100 cm

L’identità è immutabile? La persona che siamo oggi è la stessa di sei anni fa, di dieci? Quando e perché siamo cambiati? L’opera nasce da una riflessione sulla relazione tra Identità e Tempo. Noi nuotatori spesso finiamo per identificarci - e identificare anche i compagni di squadra - grazie alla combinazione di colori dei nostri materiali. In acqua, tutti con cuffia identica e occhialini, in mezzo a movimento e rumore, ci si riconosce soprattutto per il costume che assume il ruolo di identità cromatica temporanea. Ogni nuotatore ha una storia che può essere ricostruita anche attraverso quella seconda pelle che è il costume, dal quale a volte è particolarmente difficile separarsi proprio per via questo mix di identità e ricordi che lo caratterizza, pure se il tessuto è logorato dall’uso fino a renderlo inservibile. In Identità in costruzione ho sia rappresentato pittoricamente un costume che ha segnato la mia esperienza agonistica, sia scelto di inserirlo realmente nel lavoro applicando alcune sue parti sulla tela. Come una tenda di sipario che richiama i panneggi della tradizione pittorica classica, il costume lascia spazio a un autoritratto a misura reale che ne indosserà per sempre una parte: la me stessa che nuotava con quei colori non riesco più a trovarla così come era, ma è stata un 'tassello'  fondamentale per la costruzione della persona che sono adesso e per questo ho voluto fissarne sulla tela l'essenza che ne rimane, un'eco del passato che si è portata fino ad oggi mutando impercettibilmente ma con costanza nel misterioso e affascinante scorrere del tempo.

White Pools[/labelBlock] [labelHide=ENG5]Building identities(2020), mixed media on canvas, 150x100 cm

Is identity immutable? The person we are today is the same as six years ago, ten years ago? When and why did we change? The painting stems from a reflection on the relationship between the concepts of Identity and Time. We swimmers often identify ourselves and teammates by the color scheme of our materials. In the water, all wearing identical caps and goggles, in the midst of movement and noise, one can recognize each other above all for the swimming suit that assumes the role of temporary chromatic identity. Every swimmer has a story that can also be reconstructed through that second skin that is the swimming suit; often it’s particularly difficult to separate from it, even when the fabric is worn down by use and it’s useless, because of this mix of identity and memories that characterizes it. In Building identities I both pictorially represented a swimming suit that marked my competitive experience, and chose to really insert it in the artwork by applying some of its parts on the canvas. Like a curtain that recalls the drapery of the classical pictorial tradition, the swimming suit leaves space for a full-scale self-portrait that will wear a part of it forever: I can no longer find the myself who swam with those colors as she was, but she was a fundamental 'piece' for the construction of the person I am now, and for this reason I wanted to fix on the canvas the essence that remains of her, an echo of the past that has been carried up to today changing imperceptibly but constantly in the mysterious and fascinating passage of time.

White Pools[/labelHide]
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Identità in costruzione(2020), olio e stoffa su tela, 150x100 cm

L’identità è immutabile? La persona che siamo oggi è la stessa di sei anni fa, di dieci? Quando e perché siamo cambiati? L’opera nasce da una riflessione sulla relazione tra Identità e Tempo. Noi nuotatori spesso finiamo per identificarci - e identificare anche i compagni di squadra - grazie alla combinazione di colori dei nostri materiali. In acqua, tutti con cuffia identica e occhialini, in mezzo a movimento e rumore, ci si riconosce soprattutto per il costume che assume il ruolo di identità cromatica temporanea. Ogni nuotatore ha una storia che può essere ricostruita anche attraverso quella seconda pelle che è il costume, dal quale a volte è particolarmente difficile separarsi proprio per via questo mix di identità e ricordi che lo caratterizza, pure se il tessuto è logorato dall’uso fino a renderlo inservibile. In Identità in costruzione ho sia rappresentato pittoricamente un costume che ha segnato la mia esperienza agonistica, sia scelto di inserirlo realmente nel lavoro applicando alcune sue parti sulla tela. Come una tenda di sipario che richiama i panneggi della tradizione pittorica classica, il costume lascia spazio a un autoritratto a misura reale che ne indosserà per sempre una parte: la me stessa che nuotava con quei colori non riesco più a trovarla così come era, ma è stata un 'tassello' fondamentale per la costruzione della persona che sono adesso e per questo ho voluto fissarne sulla tela l'essenza che ne rimane, un'eco del passato che si è portata fino ad oggi mutando impercettibilmente ma con costanza nel misterioso e affascinante scorrere del tempo.

White Pools
[labelTo=ITA7]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG7]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA7]Aspirazioni (2020), olio su tela, 150x100 cm

Che cosa vuoi fare da grande? Tutti da bambini abbiamo risposto entusiasticamente a questa domanda, per poi accorgerci col passare degli anni che non è scontato né naturale riuscire ad arrivare laddove ci eravamo prefissati di essere. Spesso ci si trova davanti ad ostacoli che paiono insormontabili, che segnano un confine ideale tra ciò che vorremmo e ciò che riteniamo essere in grado di fare. Le nostre sole forze paiono insignificanti, ci sembra di essere un puntolino tra migliaia di altri che ambiscono alla stessa cosa, allo stesso posto, alla stessa vita; per questo troppo spesso ci tiriamo indietro ancora prima di iniziare, invece di tentare e in seguito semmai ricalibrare gli obiettivi.

Pools
Collezione privata (USA)[/labelBlock][labelHide=ENG7]Expectations (2020), oil on canvas, 150x100 cm

What do you want to be in your life? We all responded enthusiastically to this question when we were children. But over the years we realized also that it is neither obvious nor natural to be able to get where we set out to be. Often we are faced with obstacles that seem insurmountable, which mark an ideal border between what we would like and what we believe we are able to do. Our strengths seem insignificant, we feel as we were a drop among thousands of others who aspire to the same thing, the same place, the same life. For this reason too often we back off even before starting.

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Private collection (USA)[/labelHide]
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Aspirazioni (2020), olio su tela, 150x100 cm

Che cosa vuoi fare da grande? Tutti da bambini abbiamo risposto entusiasticamente a questa domanda, per poi accorgerci col passare degli anni che non è scontato né naturale riuscire ad arrivare laddove ci eravamo prefissati di essere. Spesso ci si trova davanti ad ostacoli che paiono insormontabili, che segnano un confine ideale tra ciò che vorremmo e ciò che riteniamo essere in grado di fare. Le nostre sole forze paiono insignificanti, ci sembra di essere un puntolino tra migliaia di altri che ambiscono alla stessa cosa, allo stesso posto, alla stessa vita; per questo troppo spesso ci tiriamo indietro ancora prima di iniziare, invece di tentare e in seguito semmai ricalibrare gli obiettivi.

Pools
Collezione privata (USA)
[labelTo=ITA6]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG6]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA6](Out of) sanitary cage (2020), olio su tela, 150x100 cm

Maggio 2020. Con questa tela si chiude il "diario di bordo" del primo lockdown, le restrizioni si allentano e la libertà si avvicina, pur restando ancora fuori dalla nostra portata. La rabbia nei confronti della casa, quel focolare che nei mesi precedenti oscillava tra l’essere gabbia e rifugio, si trasforma in un sentimento nuovo e ambivalente. In questo lavoro ho voluto rappresentare gli ultimi istanti di reclusione domestica, quando ciò che è stato prima del lockdown è potuto tornare ad essere un futuro in potenza per tutti coloro che erano ancora rinchiusi. Nel dipinto, pareti colorate e scrostate ma non più minacciose costituiscono la gabbia in cui una nuotatrice immagina la superficie cristallina di una piscina, come in un sogno ad occhi aperti. Nella realizzazione degli elementi architettonici ho usato ampie pennellate libere agendo quasi di getto e lasciando spesso trasparire lo strato sottostante di fondo acrilico, come se si trattasse davvero di un muro il cui intonaco scrostato rivela a tratti gli strati più vecchi in una corsa indietro nel tempo.

Pools[/labelBlock][labelHide=ENG6](Out of) sanitary cage (2020), oil on canvas, 150x100 cm

May 2020. I completed with this painting the visual diary of the first lockdown: the restrictions are loosened and freedom approaches, while still remaining out of our reach. Anger towards the house, that in the previous months oscillated between being a cage and a refuge, is transformed into a new and ambivalent feeling. In this artwork I wanted to represent the last moments of domestic confinement, when what was possible before the lockdown could become again a potential future for all those who were still locked up. In the painting, colored and peeling but no longer threatening walls constitute the cage in which a swimmer imagines the crystalline surface of a swimming pool, as in a daydream. In the realization of the architectural elements I used large free brush strokes, acting almost automatically, and often letting the underlying layer of acrylic color shine through, as if it were really a wall whose peeling plaster sometimes reveals the older layers in a time travel.

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(Out of) sanitary cage (2020), olio su tela, 150x100 cm

Maggio 2020. Con questa tela si chiude il "diario di bordo" del primo lockdown, le restrizioni si allentano e la libertà si avvicina, pur restando ancora fuori dalla nostra portata. La rabbia nei confronti della casa, quel focolare che nei mesi precedenti oscillava tra l’essere gabbia e rifugio, si trasforma in un sentimento nuovo e ambivalente. In questo lavoro ho voluto rappresentare gli ultimi istanti di reclusione domestica, quando ciò che è stato prima del lockdown è potuto tornare ad essere un futuro in potenza per tutti coloro che erano ancora rinchiusi. Nel dipinto, pareti colorate e scrostate ma non più minacciose costituiscono la gabbia in cui una nuotatrice immagina la superficie cristallina di una piscina, come in un sogno ad occhi aperti. Nella realizzazione degli elementi architettonici ho usato ampie pennellate libere agendo quasi di getto e lasciando spesso trasparire lo strato sottostante di fondo acrilico, come se si trattasse davvero di un muro il cui intonaco scrostato rivela a tratti gli strati più vecchi in una corsa indietro nel tempo.

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[labelTo=ITA9]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG9]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA9]La chute (2020), olio su tela, 150x100 cm

Questo lavoro nasce nel cuore della pandemia, quando nell’aprile 2020 l’Italia si trovava in pieno lockdown e paura, incredulità e impotenza la facevano da padrone nell’animo delle persone. Si aveva l’impressione di assistere ad una nuova Apocalissi in atto, alla concretizzazione di uno degli scenari distopici tra i peggiori cui il ricco Occidente del XXI secolo potesse pensare. Ai telegiornali non facevano che ripetere cifre: contagiati, deceduti, intubati, trasferiti, sospetti, qualche guarito. Le strutture portanti della società erano improvvisamente state rimesse in discussione: ricchezza, scienza, tecnologia, tutto sembrava essere diventato inutile, inadeguato, incapace di far fronte a un’unica minaccia invisibile. L’economia - pilastro portante del mondo capitalista - e l’organizzazione sociale erano scivolate di colpo in un baratro, scoprendosi impotenti di fronte alla rivalsa feroce di un nemico naturale troppo a lungo sottovalutato. Anch’io, pur nella relativa sicurezza del mio studio, avevo la sensazione che il mondo per come lo conoscevo fosse perduto, e il non poter fare altro che restare a guardare accresceva la sensazione che si è poi tradotta nell’opera: un’angoscia strisciante, che unita alla reclusione domestica, alla solitudine, all’impotenza, alla paura e al crollo di ogni certezza ha caricato questo lavoro fin dalla sua nascita, sgravando parzialmente il mio animo.

Pools
Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG9]La chute (2020), oil on canvas, 150x100 cm

This painting was born in the middle of the pandemic, in April 2020, when Italy was in full lockdown and fear, disbelief and helplessness dominated people's souls. People had the impression of witnessing a new Apocalypse taking place, the realization of one of the worst dystopian scenarios that the rich West Countries of the 21st century could think of. On the TV news they did nothing but repeat numbers: infected, deceased, intubated, transferred, suspected, some recovered. The backbone of society had suddenly been called into question. Wealth, science, technology, everything seemed to have become useless, inadequate, unable to cope with a single invisible threat. Economy - the backbone of the Capitalist World - and social organization had suddenly slipped into an abyss, finding themselves powerless in the face of the ferocious revenge of a natural enemy that had been underestimated for too long. Even in the relative safety of my studio, I also had the feeling that the world as I knew it was lost, and not being able to do anything else but watch it increased the feeling that was then translated into the work: an anguish creeping, which combined with domestic confinement, loneliness, helplessness, fear and the collapse of all certainty has loaded this artwork since its birth, partially relieving my soul.

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La chute (2020), olio su tela, 150x100 cm

Questo lavoro nasce nel cuore della pandemia, quando nell’aprile 2020 l’Italia si trovava in pieno lockdown e paura, incredulità e impotenza la facevano da padrone nell’animo delle persone. Si aveva l’impressione di assistere ad una nuova Apocalissi in atto, alla concretizzazione di uno degli scenari distopici tra i peggiori cui il ricco Occidente del XXI secolo potesse pensare. Ai telegiornali non facevano che ripetere cifre: contagiati, deceduti, intubati, trasferiti, sospetti, qualche guarito. Le strutture portanti della società erano improvvisamente state rimesse in discussione: ricchezza, scienza, tecnologia, tutto sembrava essere diventato inutile, inadeguato, incapace di far fronte a un’unica minaccia invisibile. L’economia - pilastro portante del mondo capitalista - e l’organizzazione sociale erano scivolate di colpo in un baratro, scoprendosi impotenti di fronte alla rivalsa feroce di un nemico naturale troppo a lungo sottovalutato. Anch’io, pur nella relativa sicurezza del mio studio, avevo la sensazione che il mondo per come lo conoscevo fosse perduto, e il non poter fare altro che restare a guardare accresceva la sensazione che si è poi tradotta nell’opera: un’angoscia strisciante, che unita alla reclusione domestica, alla solitudine, all’impotenza, alla paura e al crollo di ogni certezza ha caricato questo lavoro fin dalla sua nascita, sgravando parzialmente il mio animo.

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Collezione privata (ITA)











[labelTo=ITA10]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG10]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA10]Senza confini (2020), olio su tela, 150x100 cm

Questo dipinto è un tentativo di evasione dalla prigionia, reale o metaforica, che mi è stato suggerito dal prolungato periodo di quarantena a causa dell'emergenza sanitaria da Covid-19. In un mondo che pare come sospeso, l'universo di ciascuno si è ristretto alle proprie mura domestiche e il solo modo per evadere è con la fantasia; ho perciò riunito in una visione surreale alcuni elementi simbolo di quello che è per me la libertà, tra cui il tuffo - un modo per spiccare il volo e atterrare al di là dell'ostacolo.

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Collezione privata (USA)[/labelBlock][labelHide=ENG10]No borders (2020), oil on canvas, 150x100 cm

This painting is an attempt to escape from captivity, real or metaphorical, which was suggested to me by the prolonged period of quarantine due to the health emergency from Covid-19. In a world that seems to be suspended, everyone's universe has shrunk to their own domestic walls and the only way to escape is with the imagination; I therefore brought together in a surreal vision some symbolic elements of what freedom is for me, including the plunge - a way to take flight and land beyond the obstacle.

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Senza confini (2020), olio su tela, 150x100 cm

Questo dipinto è un tentativo di evasione dalla prigionia, reale o metaforica, che mi è stato suggerito dal prolungato periodo di quarantena a causa dell'emergenza sanitaria da Covid-19. In un mondo che pare come sospeso, l'universo di ciascuno si è ristretto alle proprie mura domestiche e il solo modo per evadere è con la fantasia; ho perciò riunito in una visione surreale alcuni elementi simbolo di quello che è per me la libertà, tra cui il tuffo - un modo per spiccare il volo e atterrare al di là dell'ostacolo.

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Collezione privata (USA)



[labelTo=ITA11]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG11]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA11]Deep in my mind (2019), olio su tela di lino, 222x150 cm

Con quest'opera ho voluto esplorare con la fantasia l’interno della mente, dove il razionale ‘sano’ e l’irrazionale ‘patologico’ convivono in ogni essere umano. Lo spunto visivo alla base del dipinto è emerso durante la lettura di Dieci giorni in manicomio, interessante reportage dell’allora giovanissima Nellie Bly realizzato nel 1887. Tra i molti temi che emergono dal testo, mi ha colpito in particolare l’aspetto del non ascolto / indifferenza: il personale sanitario del manicomio in cui Nelly Bly si era fatta rinchiudere allo scopo di documentare le condizioni di vita delle pazienti non solo non era interessato al benessere delle assistite, ma non teneva minimamente in conto le loro parole, tacciandole inevitabilmente di pazzia. Sia assecondando il comportamento atteso da parte di un folle, sia cercando ragionevolmente di far comprendere l’errore nella diagnosi, per le donne rinchiuse il risultato era sempre lo stesso: prigionia, soprusi, e infine la pazzia vera – indotta però dal “luogo di cura”. In Deep in my mind la scena, dalle tinte surreali, si svolge in una sorta di scatola, un edificio fatiscente che richiama le costruzioni fisiche e mentali dietro le quali ci barrichiamo e che ci danno l'illusione di poter vivere tagliando fuori il mondo circostante e tutti i suoi problemi. Il tuffo ha un duplice richiamo: quello agli “abissi” della mente – un mistero ancora oggi non del tutto chiarito – e quello autobiografico, essendo io la nuotatrice che si tuffa ed avendo in passato sperimentato la sensazione di dover proteggere il mio vero io da chi, vedendo solo la scorza esterna, cercava di convincermi che non ero più padrona dei miei pensieri e desideri.

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Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG11]Deep in my mind (2019), oil on linen canvas, 222x150 cm

Inspired by Nellie Bly's journalistic report “Ten days in a madhouse "(1887), the painting is an attempt to explore with the imagination the inside of the mind, where the healthy rational and the pathological irrational coexist in every human being. Among the many themes that emerge from the text, I was particularly struck by the aspect of non-listening / indifference: the medical staff of the madhouse in which Nelly Bly had been locked up in order to document the living conditions of the patients was not interested at all in the welfare of the patients, and didn’t take their words into account, always accusing them of madness. Whether by indulging the expected behavior of a madman, or by reasonably trying to make the mistake in the diagnosis understood, for the women locked up the result was always the same: imprisonment, abuse, and finally true madness - induced however by the structure of ‘health care’. The context of the painting is a kind of box, a dilapidated building that recalls the fragile physical and mental constructions behind which we barricade ourselves and which give us the illusion of being able to live cutting out the surrounding world and all its problems. The plunge has a double meaning: that of the “abyss” of the mind - still a mystery today not fully clarified - and the autobiographical one, because it’s me the swimmer diving and having experienced the sensation in the past of having to protect my true self from those who, seeing only the outer skin, tried to convince me that I was no longer in control of my thoughts and wishes.

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Deep in my mind (2019), olio su tela di lino, 222x150 cm

Con quest'opera ho voluto esplorare con la fantasia l’interno della mente, dove il razionale ‘sano’ e l’irrazionale ‘patologico’ convivono in ogni essere umano. Lo spunto visivo alla base del dipinto è emerso durante la lettura di Dieci giorni in manicomio, interessante reportage dell’allora giovanissima Nellie Bly realizzato nel 1887. Tra i molti temi che emergono dal testo, mi ha colpito in particolare l’aspetto del non ascolto / indifferenza: il personale sanitario del manicomio in cui Nelly Bly si era fatta rinchiudere allo scopo di documentare le condizioni di vita delle pazienti non solo non era interessato al benessere delle assistite, ma non teneva minimamente in conto le loro parole, tacciandole inevitabilmente di pazzia. Sia assecondando il comportamento atteso da parte di un folle, sia cercando ragionevolmente di far comprendere l’errore nella diagnosi, per le donne rinchiuse il risultato era sempre lo stesso: prigionia, soprusi, e infine la pazzia vera – indotta però dal “luogo di cura”. In Deep in my mind la scena, dalle tinte surreali, si svolge in una sorta di scatola, un edificio fatiscente che richiama le costruzioni fisiche e mentali dietro le quali ci barrichiamo e che ci danno l'illusione di poter vivere tagliando fuori il mondo circostante e tutti i suoi problemi. Il tuffo ha un duplice richiamo: quello agli “abissi” della mente – un mistero ancora oggi non del tutto chiarito – e quello autobiografico, essendo io la nuotatrice che si tuffa ed avendo in passato sperimentato la sensazione di dover proteggere il mio vero io da chi, vedendo solo la scorza esterna, cercava di convincermi che non ero più padrona dei miei pensieri e desideri.

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[labelTo=ITA12]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG12]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA12]Verso la luce (2019), olio su tela, 116x81 cm

Il dipinto nasce da una riflessione sul tema dell'ascesa, che ho scelto di trattare partendo da spunti autobiografici. L’ascesa è strettamente legata all’idea di elevazione, in primo luogo fisica - salire verso l’alto - ma anche metaforica - ascendere nel senso di migliorare la propria condizione, di risollevarsi. È su questa seconda accezione del termine che si concentra il mio lavoro, una rappresentazione metaforica e simbolica del viaggio di miglioramento di sé. Verso la luce prende spunto da una situazione reale e normale – una gara di nuoto per salvamento, specialità trasporto manichino – ma la usa come metafora per parlare del grande sforzo necessario a superare le difficoltà e accettare il cambiamento. Ho scelto di snaturare l’ambientazione originaria facendo emergere l’immagine da un fondo nero, dal quale la nuotatrice si allontana con difficoltà ma anche con decisione, dirigendosi dall’oscurità verso acque calme, limpide e luminose. Il suo procedere è reso più difficile dal peso del manichino, cosi come è difficile e faticoso mantenere l’intento di migliorare il proprio stato dovendo sempre combattere contro ricordi e pregiudizi.

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Collezione privata (USA)[/labelBlock][labelHide=ENG12]Towards the light (2019), oil on canvas, 116x81 cm

The painting stems from a reflection on the theme of ascent, which I chose to deal with starting from autobiographical references. The ascent is closely linked to the idea of elevation, first of all physical - climbing upwards - but also metaphorical - ascending in the sense of improving one's condition. It’s on this second meaning of the term that my work focuses, a metaphorical and symbolic representation of the self-improvement path. Towards the light is inspired by a real and normal situation - a surflifesaving competition called mannequin carry - that I used as a visual metaphor to talk about the great effort required to overcome difficulties and accept change. I chose to distort the original setting by making the image emerge from a black background, from which the swimmer moves away with difficulty but also with decision, heading from the darkness towards calm, clear and bright waters. Her progress is made more difficult by the weight of the mannequin, just as it is difficult and tiring to maintain the intent to improve one's state by always having to fight against memories and prejudices.

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Verso la luce (2019), olio su tela, 116x81 cm

Il dipinto nasce da una riflessione sul tema dell'ascesa, che ho scelto di trattare partendo da spunti autobiografici. L’ascesa è strettamente legata all’idea di elevazione, in primo luogo fisica - salire verso l’alto - ma anche metaforica - ascendere nel senso di migliorare la propria condizione, di risollevarsi. È su questa seconda accezione del termine che si concentra il mio lavoro, una rappresentazione metaforica e simbolica del viaggio di miglioramento di sé. Verso la luce prende spunto da una situazione reale e normale – una gara di nuoto per salvamento, specialità trasporto manichino – ma la usa come metafora per parlare del grande sforzo necessario a superare le difficoltà e accettare il cambiamento. Ho scelto di snaturare l’ambientazione originaria facendo emergere l’immagine da un fondo nero, dal quale la nuotatrice si allontana con difficoltà ma anche con decisione, dirigendosi dall’oscurità verso acque calme, limpide e luminose. Il suo procedere è reso più difficile dal peso del manichino, cosi come è difficile e faticoso mantenere l’intento di migliorare il proprio stato dovendo sempre combattere contro ricordi e pregiudizi.

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Collezione privata (USA)



[labelTo=ITA13]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG13]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA13]Abbandono (2018), olio su tela, 150x100 cm

Questa tela è la terza e ultima del progetto sul naufragio che ho preparato per la tesi della laurea triennale. E’ certamente quella che più mi ha segnata dal punto di vista emotivo, ma anche quella che incarna al meglio l’intento dell’intero progetto sul naufragio: è la rappresentazione di cosa accade a ciò che viene lasciato andare alla deriva. In questa piscina i muri si scrostano, la vernice cade come fosse neve, nessuno più gode del piacere del nuoto o dei colori accesi delle pareti: la vasca è ormai dimenticata da tutti e i tempi in cui colore, rumore, calore e movimento ne vivacizzavano gli ambienti sono lontani. Con questo lavoro ho cercato di porre particolare attenzione agli effetti inesorabili del trascorrere degli anni: non c’è stato nessuno che abbia volutamente danneggiato la struttura, essa si è ripiegata su se stessa da sola, vittima di immobilità e abbandono che l’hanno devastata. Questo accade con qualsiasi edificio o costruzione umana, ma in maniera più subdola anche coi sogni che naufragano col passare degli anni: di tutte le speranze coltivate in gioventù, il tempo non arriva a cancellare tutto ma sicuramente deforma i ricordi in modo che di una certa idea o progetto non resta altro che un simulacro. Il dipinto cerca perciò di essere una sorta di anticipazione della deformazione fisiologica che potrebbe subire il mio ricordo degli anni passati a frequentare piscine se il futuro mi porterà a fare scelte differenti: anche in questa scena, immobile in mezzo alla poca acqua sporca rimasta nella vasca, un torpedo agganciato sostiene un manichino – ma è un salvagente ormai inutile perché non è rimasto più niente da salvare.

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Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG13]Desolation (2018), oil on canvas, 150x100 cm

The painting is the last one of my BFA final project. It is certainly the one that most impressed me from an emotional point of view, but also the one that best represents the intent of the entire project on the shipwreck: it is the representation of what happens to what is left to drift. In this pool the walls are peeling, the paint falls like snow, no one enjoys the pleasure of swimming or the bright colors of the walls anymore: the pool is now forgotten and the times when color, noise, heat and movement enlivened its environments are lost in the past. With this work I have tried to focus on the inexorable effects of the flow of time: no one has deliberately damaged the structure, it collapsed by itself, a victim of immobility and abandonment that have devastated it. This happens with any building or human construction, but in a subtler way also with dreams that we forget over the years: of all the hopes of youth, time does not succeed in erasing everything but certainly deforms the memories so that after years a certain idea or project is nothing but a simulacrum. The painting therefore tries to be a sort of anticipation of the physiological deformation that my memory of the years spent attending swimming pools could undergo if the future will lead me to make different choices: in this scene, motionless in the middle of the little dirty water left in the pool, a rescue tube supports a mannequin - but it is now a useless, because there is nothing left to save.

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Abbandono (2018), olio su tela, 150x100 cm

Questa tela è la terza e ultima del progetto sul naufragio che ho preparato per la tesi della laurea triennale. E’ certamente quella che più mi ha segnata dal punto di vista emotivo, ma anche quella che incarna al meglio l’intento dell’intero progetto sul naufragio: è la rappresentazione di cosa accade a ciò che viene lasciato andare alla deriva. In questa piscina i muri si scrostano, la vernice cade come fosse neve, nessuno più gode del piacere del nuoto o dei colori accesi delle pareti: la vasca è ormai dimenticata da tutti e i tempi in cui colore, rumore, calore e movimento ne vivacizzavano gli ambienti sono lontani. Con questo lavoro ho cercato di porre particolare attenzione agli effetti inesorabili del trascorrere degli anni: non c’è stato nessuno che abbia volutamente danneggiato la struttura, essa si è ripiegata su se stessa da sola, vittima di immobilità e abbandono che l’hanno devastata. Questo accade con qualsiasi edificio o costruzione umana, ma in maniera più subdola anche coi sogni che naufragano col passare degli anni: di tutte le speranze coltivate in gioventù, il tempo non arriva a cancellare tutto ma sicuramente deforma i ricordi in modo che di una certa idea o progetto non resta altro che un simulacro. Il dipinto cerca perciò di essere una sorta di anticipazione della deformazione fisiologica che potrebbe subire il mio ricordo degli anni passati a frequentare piscine se il futuro mi porterà a fare scelte differenti: anche in questa scena, immobile in mezzo alla poca acqua sporca rimasta nella vasca, un torpedo agganciato sostiene un manichino – ma è un salvagente ormai inutile perché non è rimasto più niente da salvare.

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Collezione privata (ITA)




[labelTo=ITA14]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG14]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA14]Camera di chiamata (2018), olio su tela, 100x120 cm

Tema centrale di questo lavoro è l’aspettativa nei riguardi del futuro. L’inizio di qualcosa di nuovo genera sempre tensione emotiva. Ogni tappa della vita, per piccola o grande che sia, è un camminare sul filo del rasoio tra ciò che si conosce e ciò che si immagina, proprio come avviene ai blocchi di partenza prima di una gara: c’è la consapevolezza del lavoro svolto ma la tensione e l’aspettativa possono crescere fino ad intaccare la fiducia nelle proprie risorse. Ciononostante bisogna mettersi in gioco, pur sapendo che il futuro difficilmente sarà proprio come ce lo si aspetta.

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Collezione privata (NLD)[/labelBlock][labelHide=ENG14]Call room (2018), oil on canvas, 100x120 cm

The central theme of this work is the expectation of the future. The beginning of something new always generates emotional tension. Each stage of life, no matter how small or large, is a balance between what you know and what you imagine, just as happens in the starting blocks before a swimming competition: there is awareness of the training carried out but the tension and expectation can grow to affect the confidence in one’s own resources. Nonetheless, you have to get involved knowing that the future will hardly be exactly as expected.

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Camera di chiamata (2018), olio su tela, 100x120 cm

Tema centrale di questo lavoro è l’aspettativa nei riguardi del futuro. L’inizio di qualcosa di nuovo genera sempre tensione emotiva. Ogni tappa della vita, per piccola o grande che sia, è un camminare sul filo del rasoio tra ciò che si conosce e ciò che si immagina, proprio come avviene ai blocchi di partenza prima di una gara: c’è la consapevolezza del lavoro svolto ma la tensione e l’aspettativa possono crescere fino ad intaccare la fiducia nelle proprie risorse. Ciononostante bisogna mettersi in gioco, pur sapendo che il futuro difficilmente sarà proprio come ce lo si aspetta.

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Collezione privata (NLD)



[labelTo=ITA15]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG15]ENG[/labelTo]

[labelBlock=ITA15]Il principio di Archimede (2018), olio su tela, 120x80 cm

Questo lavoro è il primo tassello del progetto sul naufragio che ho realizzato per la tesi della triennale nell'autunno del 2018, e si focalizza sul dolore legato al fallimento di progetti di vita futuri. Il titolo dell’opera fa riferimento alla legge della fisica che spiega il perché alcuni oggetti anche molto pesanti galleggiano sulla superficie dell’acqua mentre altri, molto più leggeri in realtà, vanno a fondo. La stessa logica può applicarsi ai casi della vita: a volte ci sono cose che vanno male perché non è proprio possibile arrangiarle in altro modo, nonostante sembrino una buona scelta; sono accordi stonati, abbinamenti sbagliati, sassolini che per quanto paiano leggeri è inutile cercare di far galleggiare. L’opera rappresenta una serie di oggetti nell’atto di affondare o già dolcemente abbandonati sul fondo di una piscina deserta: sono manichini da salvamento, che richiamano l’idea del salvataggio; una pinna, attrezzo in cui potrei identificarmi; e due abiti da sposa, dai riflessi colorati che ne alterano la percezione, segni del naufragio di un futuro che sembrava già delineato. In superficie, invisibile all’occhio ma percepibile in maniera indiretta attraverso l’ombra che si staglia sul fondo, una ciambella vuota: il tentativo di mettersi in salvo c’è stato ma non è andato a buon fine, e ciò che resta sono soltanto gli oggetti, testimoni muti di ciò che è accaduto.

Pools
Collezione privata (ITA)[/labelBlock][labelHide=ENG15]The principle of Archimedes (2018), oil on canvas, 120x80 cm

This painting is the first piece of my BFA final project, and it focuses on the pain associated with the failure of future life projects. The title refers to the physical law that explains why some objects, even very heavy ones, float on the surface of the water while others, much lighter in reality, sink to the bottom. The same logic can be applied to life: sometimes there are things that go wrong because it is not really possible to arrange them in any other way, even though they seem like a good choice; they are wrong combinations, pebbles that no matter how light they seem you cannot make floating. The painting represents a series of objects sinking or already gently abandoned on the bottom of a deserted swimming pool: they are surflifesaving mannequins, which recall the idea of rescue; a fin, tool in which I could identify myself as swimmer; and two wedding dresses, with colored reflections that alter their perception, signs of the shipwreck of a future that seemed already outlined. On the water surface, invisible to the eye but perceptible indirectly through the shadow that stands out on the bottom, an empty life buoy: there was an attempt to save that future in which once I believed, but it was not successful, and what remains now are only the objects, silent signs of what happened.

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Il principio di Archimede (2018), olio su tela, 120x80 cm

Questo lavoro è il primo tassello del progetto sul naufragio che ho realizzato per la tesi della triennale nell'autunno del 2018, e si focalizza sul dolore legato al fallimento di progetti di vita futuri. Il titolo dell’opera fa riferimento alla legge della fisica che spiega il perché alcuni oggetti anche molto pesanti galleggiano sulla superficie dell’acqua mentre altri, molto più leggeri in realtà, vanno a fondo. La stessa logica può applicarsi ai casi della vita: a volte ci sono cose che vanno male perché non è proprio possibile arrangiarle in altro modo, nonostante sembrino una buona scelta; sono accordi stonati, abbinamenti sbagliati, sassolini che per quanto paiano leggeri è inutile cercare di far galleggiare. L’opera rappresenta una serie di oggetti nell’atto di affondare o già dolcemente abbandonati sul fondo di una piscina deserta: sono manichini da salvamento, che richiamano l’idea del salvataggio; una pinna, attrezzo in cui potrei identificarmi; e due abiti da sposa, dai riflessi colorati che ne alterano la percezione, segni del naufragio di un futuro che sembrava già delineato. In superficie, invisibile all’occhio ma percepibile in maniera indiretta attraverso l’ombra che si staglia sul fondo, una ciambella vuota: il tentativo di mettersi in salvo c’è stato ma non è andato a buon fine, e ciò che resta sono soltanto gli oggetti, testimoni muti di ciò che è accaduto.

Pools
Collezione privata (ITA)



[labelTo=ITA16]ITA[/labelTo] | [labelTo=ENG16]ENG[/labelTo]
[labelBlock=ITA16]After Training (2017), olio su tela, 50x50 cm


After training è il primo dei miei lavori sul nuoto. Nato come studio di composizione, in realtà mi ha spinta a riconsiderare gli strumenti della mia ricerca artistica ancora in fase embrionale. Stavo cercando un soggetto idoneo ad esprimere l’idea di disordine e confusione, sia per questioni tecniche che di immedesimazione personale nell’opera, e al termine di un allenamento mi sono attardata a guardare il piano vasca, trovando quasi per caso la risposta alle mie richieste: da lì è scaturita la scintilla che mi ha portato a dare vita alla serie Pools.

Pools
Collezione privata (FRA)[/labelBlock][labelHide=ENG16]After Training (2017), oil on canvas, 50x50 cm


After training is the first of my paintings on swimmers’ world. It was conceived as a composition study, but actually it pushed me to reconsider the tools of my artistic research - still in its embryonic stage at that time. I was looking for a suitable subject to express the idea of disorder and confusion, both for technical issues and for personal identification in the work, and at the end of a surflifesaving workout I lingered to look at the pool, finding almost by chance the answer to my requests: from there came the idea that led me to give life to the Pools series.

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After Training (2017), olio su tela, 50x50 cm


After training è il primo dei miei lavori sul nuoto. Nato come studio di composizione, in realtà mi ha spinta a riconsiderare gli strumenti della mia ricerca artistica ancora in fase embrionale. Stavo cercando un soggetto idoneo ad esprimere l’idea di disordine e confusione, sia per questioni tecniche che di immedesimazione personale nell’opera, e al termine di un allenamento mi sono attardata a guardare il piano vasca, trovando quasi per caso la risposta alle mie richieste: da lì è scaturita la scintilla che mi ha portato a dare vita alla serie Pools.

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Collezione privata (FRA)



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